Le zone periferiche di Roma si trasformano continuamente, con estrema lentezza. Tra esse, il Mandrione è ancora il quartiere incastrato tra gli archi dell’Acquedotto Felice e il rumore dei treni circostanti, ma le baracche sono sparite, e l’abbandono ha lasciato spazio ad un luogo nuovo e curato.
Qui, in un ex edificio industriale degli anni ’50, la Fondazione per l’Arte trova la sua nuova sede. Un cantiere artistico, appunto. Luogo di confronto, di indagine e produzione, che si propone di invitare alla partecipazione attiva i diversi profili del mondo dell’arte, nazionale e non.
Ad inaugurarlo, intanto, si parte bene con quattro giovani e interessanti nomi del panorama emergente: Giuseppe Buzzotta, Gianluca Concialdi, Andra Kvas e Vincenzo Schillaci.
La collettiva, a cura di Daniela Bigi, è il risultato di una breve residenza sperimentale. Il titolo scelto invita ad andare in Oriente, come quando, sognando l’Africa, Pasolini passeggiava per le strade del quartiere.
È forse un suggerimento a spostarsi più in là, verso una realtà alternativa, immaginata e simbolica, ed avvicinarla. Quattro artisti italiani si mettono a lavoro in un capannone industriale, insieme per tre settimane. La convivenza di tempo e spazio, e la coincidenza del luogo di lavoro con lo spazio espositivo finale, rendono davvero questo progetto non una semplice residenza, ma uno spazio di confronto con la ricerca e i percorsi delle nuove tendenze.
Il primo tra i programmi della Fondazione ha favorevolmente attirato l’attenzione, non resta che seguirne gli sviluppi.
Roberta Palma
Mostra visitata il 3 giugno
Dal 3 giugno al 3 luglio 2014
Ah, si va a Oriente!
Fondazione per l’Arte
Via del Mandrione 105, Roma
Orari: Dal lunedì al venerdì 15:30-18:30