C’è una sola scultura che si muove -libera- nel liquido di un contenitore trasparente, è una piccola sirena di bronzo. Tutte le altre sculture di Francesca Tulli, figure essenziali di acrobati o contorsionisti, sono connotate da un solido equilibrio, studiato a partire dal calcolo del baricentro. Sono circa cinque anni che l’artista romana, che si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma in scultura, dopo un lungo periodo in cui si è dedicata esclusivamente alla pittura, è tornata alla tridimensionalità.
Una ricerca di equilibrio e di armonia, la sua, da contrapporre -o meglio da far dialogare- con le opere pittoriche, in cui l’abilità tecnica nella rappresentazione figurativa ben si coniuga con le descrizioni lucide e dettagliate.
Al contrario, però, delle sculture, che hanno una loro stabilità nello spazio, le opere pittoriche mostrano una realtà interpretata attraverso l’occhio meccanico della macchina fotografica -strumento fondamentale per mettere ordine e tenere sotto controllo le emozioni, di cui la Tulli si avvale quasi fosse un disegno preparatorio- è decisamente inusuale.
Sono le inquadrature oblique, in particolare, ad accentuare quel senso di instabilità della visione -come di sospensione- insieme alla luce apparentemente calda, alternata a ombre taglienti. Una visione, perciò, che se da una parte è accattivante dall’altra è inquietante, proprio come in certi film di Alfred Hitchcock, o anche negli interni dalle tonalità rosse di Pedro Almodovar, a cui Francesca Tulli si è inconsciamente ispirata.
Disorientante anche l’accostamento di scorci di interni borghesi -lo sguardo dello spettatore è catturato dai particolari degli oggetti, che sia un vaso di ceramica, il motivo decorativo di un tappeto, una lampada- a “squarci di paesaggi impossibili al di sopra delle nuvole”, come li chiama l’artista.
Insomma è la dialettica degli opposti il leit-motivdel lavoro di Francesca Tulli: interno/esterno, pittura/scultura, luce/ombra, alba/tramonto, immobilità/movimento, uomo/donna, sopra/sotto. A partire proprio dalle due grandi tele ad olio che si guardano da due pareti opposte della Galleria Maniero, Controluce e Altaquota, tappe di un viaggio mentale in cui tempo e luce sono elementi complementari del movimento. Di questa poetica respirano anche le coppie di sculture in bronzo, Controverso, figure in perfetto equilibrio una sull’altra, di fronte a cui è posta una sagoma femminile -anche questa in bronzo (il titolo dell’opera è Riflessa)- che si sostiene sulle mani ed è completamente rapita dalla visione della propria immagine riflessa su una piccola sfera.
In questi corpi elastici che sfidano la gravità troviamo anche traccia del fascino che la Tulli ha sempre avuto per il balletto e per gli spettacoli circensi, dai Momix al Cirque du Soleil. “Sono affascinata dal circo”, spiega l’artista, “non tanto dallo spettacolo in sé, quanto dai suoi colori e, soprattutto, dalle possibilità del corpo di riuscire a fare cose veramente strabilianti.”
manuela de leonardis
mostra visitata il 21 marzo 2006
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che schifo ma l'italia ne e' piena di queste mostre pietose.
risposta allo spettatore irriconoscibile:
una critica così superficiale non può che essere anonima!!!
Mamma mia, va bene che un artista deve avere una riconoscibilità, ma fare tutte le mostre uguali è un po' troppo! Cara Tulli, non siamo mica ciechi, non è che aggiungendo un po' di colore qui o cambiando la posizione di una gambina alle tue sculturine , ce la dai a bere... è sempre la stessa solfa... da anni e anni. Che noia! Siamo davvero prossimi alla decorazione d'interni... avessi inavvertitamente sbagliato mestiere?
Madame Maniero, non prenda d'aceto, io della suaa mostra e della sua artista pnso esattamente ciò che ho scritto e non vedo il problema.
Una cosa tengo a precisare: "spettatore-bis" non sono io... magari si era capito ma poteva far sorgere equivoci.
à bientot...
La vera noia, cari spettatore e spettatore bis, è leggere le vostre anonime quanto astiose e gratuite riflessioni.
Prima di dire bisognerebbe fare....ci fareste sapere, quindi, chi siete e cosa fate voi oltre a dare una così "decorativa" immagine di voi e del vostro reazionario modo di pensare ed agire?
Potreste così forse trovare qualcuno che trovi interessante attaccarvi al muro .....proprio come si fa con un bel quadro di Fancesca Tulli e, magari farci pure una bella mostra..... dalla Maniero. Davvero concettuale!!!!! Finalmente la vostra prima vera affermazione.
Ad ognuno il proprio spazio....o no?
Concordo sul fatto che chi commenta, anche tra l'altro in modo tanto impersonale (come potesse permettersi di parlare a nome di più soggetti...comportamente parecchio "arrogante"), dovrebbe quanto meno avere la buona educazione di darsi un'identità...o si è solamente capaci di criticare con così poco uso del cervello un'artista? a prescindere che possa o meno incontrare i suoi gusti...
comunque fondamentalmente commento sperando che non gettato nel dimenticatoio questo post possa darmi la possibilità di avere sul mio pc una foto del quadro "mediterraneo rosso" che mi ha colpita molto e che desidero fare vedere ad una persona che non poteva assistere con me alla mostra tenutasi a palermo... grazie