Un museo che ospita una piccola mostra, parallelamente al percorso espositivo canonico: accade questo in una delle sale del Museo Nazionale di Palazzo Venezia, dove dal 4 aprile 2001 e fino alla fine del mese, è possibile vedere la collezione Tove Alm, un lascito preziosissimo di circa 230 tessuti copti.
Il primo nucleo della collezione è reperito da Tove Alm, archeologa svedese nata nel 1912, negli anni ’50 – ‘60, durante numerosi viaggi in Egitto: le stoffe, perlopiù tuniche funerarie, coperte o cuscini, ugualmente legate all’arredo delle tombe, sono una delle più significative espressioni artistiche dei copti, popolo troppo spesso liquidato tra le maglie di una cronologia sterile. La raccolta via, via più consistente,
I tessuti hanno atteso per circa 25 anni, chiusi in scatoloni di cartone, adesso saranno catalogati e sottoposti ad indagini dettagliate, prima di procedere con le operazioni di restauro e conservazione.
I Copti (il nome nasce nel VII, quando gli Arabi conquistano l’Egitto e adattano il termine greco “aigyptios ”, contraendolo in un “gypt”, che designa la popolazione autoctona e che è arrivato fino a noi, come “copto”) erano cristiani monofisiti, eretici per la cultura bizantina, hanno lasciato un insieme contraddittorio di tracce: chiese che sembrano fortezze, cubi inespugnabili, affreschi e sculture dove le forme stilizzate conservano una scintilla di vita. Sulle stoffe figurette umane, (in alcuni casi rappresentazioni del ciclo di Dioniso) incastrate in motivi geometrici, ripetuti ossessivamente, i colori hanno filtrato la lucentezza in un in variare di linee, di cerchi, losanghe, quasi a tessere un labirinto, da cui non si esce.
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