In Italia durante il Ventennio furono realizzate molte opere pubbliche e l’EUR, o meglio, l’E42, è senza dubbio tra i più grandi e significativi progetti dell’epoca. Nato per essere il centro dell’Esposizione Universale del 1942 –mai realizzata a causa dell’ingresso dell’Italia in guerra– oggi l’EUR (acronimo appunto di Esposizione Universale di Roma) è un quartiere che intende celebrare la sua genesi e le sue trasformazioni attraverso un’esposizione che ne racconti le diverse sfaccettature.
E così, all’interno della mostra documentaria E42-EUR, Segno e sogno del ‘900, vengono presentati disegni e foto che ne descrivono
Per una strana e discutibile scelta, ad aprire il percorso espositivo è la sezione arte, con i cartoni preparatori per la decorazione del Palazzo dei Congressi di Afro e Achille Funi, insieme ai bozzetti di altri artisti tra cui Mario Sironi e Publio Morbiducci. Per il resto la mostra vede l’alternarsi dei filmati dell’Istituto Luce e di Rai Teche e dei bozzetti della sezione architettura in cui –tra gli altri– sono presenti i disegni di Adalberto Libera e quelli relativi ai progetti mai realizzati di Giò Ponti (Circolo sportivo mondano) e di Luigi Moretti (Teatro Imperiale).
Ai filmati è affidato il compito di mostrare lo scorrere del tempo, dagli iniziali lavori per l’E42 al desolante abbandono durante la guerra, dalla ripresa sino alla creazione dell’attuale cittadella degli uffici, passando per l’“epica” vittoria olimpica di Nino Benvenuti e le immagini dei molti film che hanno usato il quartiere come quinta scenica. Chiudono il percorso il plastico della Nuvola di Massimiliano Fuksas e le opere di artisti contemporanei –tra cui Paolo Fiorentino e Marco Petrus– che si sono confrontati con il quartiere.
Al di là di un allestimento confuso, privo dei principali elementi che dovrebbero caratterizzare
Sicuramente dei pannelli più informativi e puntuali, con cenni storici di sostegno, sarebbero stati opportuni, anzi necessari, per la definizione di una mostra interessante negli intenti, ma poco efficace nella risoluzione ultima. Inoltre, come accennato, l’allestimento invece di sostenere il materiale esposto sovente lo mortifica, rendendo difficile la lettura di alcuni lavori.
Maggiormente curato è il catalogo, impostato secondo una più organica scansione tematica, in cui l’alternanza dei testi e delle numerose fotografie dà un quadro più nitido di uno dei più avvincenti progetti architettonici dell’Italia moderna.
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federica la paglia
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