19 aprile 2005

fino al 30.IV.2005 Isola&Norzi Roma, Valentina Bonomo / Ex Carcere Minorile San Michele

 
Una scultura che rappresenta concetti. Con chiarezza e rigore formale. Superfici delineate con precisione, ma scabre, intagliate sul legno a colpi di motosega. E installazioni dalle atmosfere sospese e rarefatte…

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Per ogni notte che si succede ad un’altra, arriverà lo stesso sonno, leggero o grave, comunque denso, come la linfa residua nel legno. Nell’opera site specific Sonno, ideato per lo spazio di Valentina Bonomo (prosegue la rassegna Link, che unisce un grande autore ad un artista emergente), il duo di scultori torinesi Isola&Norzi (Hilario Isola e Matteo Norzi, 1976) si confronta con il maestro Sol LeWitt esposto nella sala accanto.
Nell’intervento scultoreo, la posa placida della figura assopita e il suo speculare sottostante, separato da una lama di luce bianca, rivela alla madre affacciata sulla notte, un’idea di fisicità sbadata. Il dormiveglia è un braccio scomposto sotto la testa, e la perdita dei sensi pare un’epigrafe. La scultura è sintesi, bellezza, nonostante l’arte ami spesso il suo contrario e si rifugi nella complessità. L’opera di Isola&Norzi unisce invece l’infinità di gesti racchiusi nell’immaginario collettivo alla chiarezza delle idee espresse nei blocchi scolpiti. I loro titoli sono valori dichiarati ad alta voce, i sostantivi semplificati gridano collera, paura, vergogna, abuso, abbandono, isolamento, tabù.
Nella mostra parallela all’Ex Carcere Minorile San Michele a Ripa, altre nove sculture della coppia torinese si celano tra i disegni dello storico studio Gabetti&Isola.
Isola&Norzi, Sonno
L’allestimento festoso di acquerelli, plastici e bozzetti esposti dentro un luogo di punizione racchiude una riflessione seria, cui legare in coda una smania di fuga.
L’aspetto dei progetti architettonici è contrastato da una serietà che sintetizza concetti generazionali e abitudini fuori controllo. L’incanto, l’assenza o anche la curiosità dei bambini, è espressa attraverso la cecità degli adulti, quasi fossero condannati a non accorgersi delle sculture, incorporate alle superfici di transito, nei muri, tra le celle. O a non vedere l’Evaso, scolpito nell’incertezza dell’attimo che precede la libertà.
Anche dal corridoio della galleria Bonomo l’installazione levigata della madre che osserva si sottrae all’idea di volume, e resta nascosta ma vibrante. C’è un principio che governa sempre le loro opere, secondo il quale tutto è calibrato perché il lavoro scultoreo sembri 3D, laddove improvvisamente diviene 2D, tagliato a vivo, privo di contorni, poi smussato nella durezza dalla calce bianca o dell’antracite, spennellate sul legno quasi per sbaglio. Senza enfatizzare le forme, lasciando a noi il compito di completarle, gli artisti rimarcano una conquista della nuova scultura. L’angolo dal quale guardiamo non rivela mai una figura tronca, l’inganno è costante, la sensazione ogni volta sembra evocare mancanze o difetti di chi guarda. L’immagine non è tornita, ma scabra. I bambini vivono la possibilità di non venir scoperti come a nascondino: sono loro che ci guardano. Li attraversa solo il ritmo plastico di una spinta agilità e i rapporti volumetrici si coniugano alla poesia, come nella scultura di Marino Marini, per quanto possibile lontana dalle retoriche e immediata, spoglia, diretta.
Isola&Norzi, Confine
Benché lontanissima negli esiti formali, la direzione è quella di lasciarci interagire tra vuoti e pieni di materia priva di peso, alleggerita nonostante le dimensioni a volte monumentali. La bozza diviene l’originale, il disegno preparatorio si materializza in solchi e intagli grezzi: Isola&Norzi non necessitano di uno schizzo vero, ma terminano a quattro mani i blocchi di lamellare, strappandosi di mano la motosega per estrarne le figure a levare. A partire dalla serie del 2002, quando da parallelepipedi prospettici venivano scavate persone, nei lavori recenti, qui presentati in una doppia sede, si vive ancora l’emozionante esperienza di compenetrazione dei piani con l’ambiente. Come se ogni stanza dentro cui inserire le opere fosse plasmabile anch’essa.

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raffaella guidobono
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Isola&Norzi, Valentina Bonomo Artecontemporanea, via del Portico d’Ottavia 13, Roma tel. 06 6832766 (Ghetto) – Ingresso libero, lun-sab 15.30-19.30 o per appuntamento – valentina.bonomo@fastwebnet.it www.galleriabonomo.com / Ex Carcere Minorile, via San Michele a Ripa 25, Roma (Portaportese)
L’architettura come paesaggio-Opere fotografie sculture


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