La Galleria Alessandra Bonomo ospita nei suoi ampi spazi
la personale di
Julião Sarmento (Lisbona, 1948; vive a Estoril), artista poliedrico che
ha da sempre incentrato la sua opera sulla figura femminile e sui fantasmi del
desiderio.
Evolvendosi da una serie di tele in cui studiava
principalmente il gesto, la postura del corpo, concentrandosi solo su alcuni
particolari, l’artista portoghese si è servito di linguaggi artistici diversi –
dal disegno alla fotografia, dal video all’installazione – per realizzare un
insieme organico di opere in cui l’estetica del frammento viene magnificata e
diventa cifra stilistica fondamentale ed evocativa.
Le grandi tele esposte possiedono diversi livelli di
lettura e sono intimamente connesse tramite rimandi interni a due grandi opere:
gli
Écrits di
Jacques Lacan e
What we talk about when we talk about love di Raymond Carver. Inoltre, a
fare da ulteriore filo conduttore si presta il tema della cornice, che di volta
in volta è presentata come spazio bianco (ed è riprodotta anche sull’invito),
come ornamento barocco, come elemento geometrico, e pone questioni e domande
sulla natura del guardare, unendo anche uno spirito un po’ voyeuristico, tema
che viene sviluppato al massimo nell’installazione pensata appositamente per
gli spazi della galleria.
Si tratta di un grande tavolo letteralmente ricoperto da
immagini di donne in cornici d’ogni forma e grandezza. Le immagini scelte
esplorano l’intera gamma della sensualità e dell’erotismo femminili, in quanto
vanno da quelle più volgari e pornografiche fino ai ritratti in bianco e nero e
ai primi piani di donne normali, passando per scatti da copertina di attrici
sulla passerella del
red carpet, includendo anche due piccole foto della moglie
dell’artista.
Si ha la sensazione di spiare dal buco della serratura
queste donne in atteggiamenti intimi. Ma spesso non sono famose, anzi sono
senza volto, così come si ritrovano tratteggiate a carboncino nei lavori su
carta e su tela, e abbinate a raffinate serigrafie in bianco e nero che
riproducono motivi vegetali. Così la combinazione di elementi porta a scatenare
la fantasia e le libere associazioni, oltre a esser capace di sprigionare una
forte carica sensuale, proveniente da queste silhouette prive di tratti
identificativi, come inquadrature parziali che dischiudono interi orizzonti di
senso.
Inoltre, la presenza contemporanea di varie tecniche
artistiche rende il lavoro di Sarmento anche molto apprezzabile dal punto di
vista tecnico e spiega almeno in parte la presenza di sue opere all’interno di
grandi musei come il Guggenheim di New York e il Centre Pompidou di Parigi,
nonché il fatto che il suo lavoro abbia suscitato una certa influenza: basti
pensare a
Consuelo Mura, che gioca con la sessualità di donne in bianco e nero e senza volto.