22 maggio 2007

fino al 30.IX.2007 Into Me/Out of Me Macro future, Roma

 
Un progetto che avvicina il grande pubblico alle espressioni più concettuali dell’arte. Installazioni, body art, videoarte, ma anche fotografie e quadri. Con qualche insistenza e qualche omissione…

di

Più di un centinaio di artisti attorno al tema del corpo. La fisicità come spazio esteso da analizzare ed esternare. Ma anche la dimensione mentale in relazione a dinamiche politiche e interpersonali. Il corpo come ambito dialettico tra interno ed esterno. L’interazione tra gli esseri umani e la pluralità dei media. La mostra frantuma la tematica in tre prospettive d’analisi: il metabolismo, la sessualità e la violenza. Pone l’accento sullo svolgimento organico del corpo rispetto ad un esterno che è a sua volta corpo e integrazione. Un progetto che nasce da una collaborazione internazionale tra enti particolarmente attenti alla sperimentazione, come il KW Institute for Contemporary Art di Berlino e PS1 Contemporary Art Center di New York. Gli ampi padiglioni del Macro Future (ex mattatoio), accolgono lo spettatore in un turbinio di sensazioni che spaziano dall’ironia al disgusto, dalla provocazione alla tenerezza, dalla banalità all’eccesso. Il merito di questa mostra, curata da Klaus Biesenbach, è quello di avvicinare il grande pubblico alle espressioni più concettuali dell’arte dagli anni Settanta ad oggi. Il taglio curatoriale tende a privilegiare le opere più immediatamente fruibili a quelle più cerebrali e rarefatte. Cerca di agire sul corpo stesso dello spettatore, che si riscopre reattivo e capace di sentire prima ancora di comprendere. Da tutto ciò al limite più evidente: l’aver calcato la mano sNan Goldin, Statue with flowing breasts, Amalfi, 1996 - cibachrome print - 40x30cm ul sesso e sulla violenza, che, per dirla in modo semplicistico ma chiaro, funzionano sempre. L’aver fatto leva e poi iterato noiosamente il facile effetto di forze auto-evidenti. L’immaginario ormai saturo dell’industria visiva, non solo quella delle gallerie d’arte, ma anche della televisione, del cinema e della pubblicità in genere, ha abituato troppo le persone a credere che ci sia provocazione laddove c’è solo conformismo. Il risultato è che al di là dello shock facile, niente resta impresso rimandando ad ulteriori elaborazioni interne. In definitiva, il limite dell’esposizione è l’aver compattato in una gabbia tematica troppo ristretta artisti in linea di massima di altissimo livello, tra cui Chris Burden, Gordon Matta-Clark, Tony Oursler, Andres Serrano e Andy Warhol. Ma la tematica del corpo, anche se inteso in senso organico, non è solo questo. Risultano infatti troppo trascurati o solo accennati gli aspetti più mentali e linguistici del corpo (anche in relazione alla pittura). Quelli più legati al discorso della rarefazione, del superamento del limite, della con-fusione dell’esterno e l’interno che non sussistono più come realtà duali. Qualche appassionato si chiederà: che fine hanno fatto Doug Aitken, Peter Campus, Gillian Wearing o anche Jenny Saville e Guillermo Kuitca?

daniele fiacco
mostra visitata il 27 aprile 2007


dal 21 aprile al 30 settembre 2007
Into Me/Out of Me – A cura di Klaus Biesenbach
Macro Future – Ex Mattatoio, Piazza Orazio Giustiniani (00153), Roma
Ingresso gratuito – Da martedì a domenica 16.00-24.00 (lunedì chiuso)
Info: 06 671070400 e.mail: macro@comune.roma.it
www.macro.roma.museum


[exibart]

3 Commenti

  1. mi sa che l’unico degenerato ignorante sei tu.

    ps-consigliato a chi va un po oltre i classici concetti romantici di ARTE

  2. una mostra si consiglia a tutti, sia ai nazisti che ai romantici, nonché a chi crede di capire sempre meglio degli altri…

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