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il suo passaggio nella galleria di Napoli, una mostra dedicata alla lunga
attività fotografica di Martin Parr (Epsom, 1952) che, dopo gli inizi con la pellicola in
bianco e nero, si è convertito al colore, rendendolo uno dei punti di forza dei
suoi scatti.
Dal 1994 la sua attività s’inserisce nell’ambito di quella
più estesa della celeberrima agenzia Magnum Photos, per la quale realizza
numerosi reportage, conquistandosi l’appellativo di “chronicler of our life” per la sua scelta di temi
indissolubilmente legati alla vita quotidiana, che allo stesso tempo si
prestano a raffinati studi sociologici.
Ecco allora immagini da spiagge affollatissime, da interni
anni ’60, minuti particolari colti dall’obiettivo della macchina fotografica,
che funziona come una lente e impietosamente sottolinea, con l’uso di colori
saturi e che riempiono gli occhi, rigorosamente senza ricorrere a Photoshop.
Tutte le serie, qui rappresentate da pochi scatti l’una e
nemmeno tutti esposti (alcuni sono visibili solo su richiesta dei
collezionisti), hanno in comune il fatto di esser state realizzate in una
dimensione “pubblica”, cioè in luoghi aperti a tutti oppure, nel caso di Home
Sweet Home
(1974), coinvolgendo direttamente i proprietari degli appartamenti.
Il lavoro di Parr è stato a volte tacciato di
“sfruttamento” nei confronti dei soggetti rappresentati, ma la sua risposta è
stata: “Spesso penso a ciò che fotografo come a una soap opera in cui
aspetto il cast adatto per andare in scena”.
Il suo linguaggio è probabilmente così trasversale e
apprezzato perché si avvicina moltissimo ai soggetti rappresentati, comunicando
una sensazione di visione “senza filtro”, che vale anche per le serie meno
recenti, come Small World (1987-94) e The Last Resort (1983-86). Spesso si vuol vedere
nella sua opera una critica attiva al consumismo, inquadrato ormai come
l’ideologia della società contemporanea; tuttavia, le immagini che offrono un
rapido compendio del suo modo di scattare e più ancora di selezionare prospettive
inusuali – con particolari grotteschi e temi eccentrici, come nella serie sulle
coppie annoiate, Bored Couples (1991-93) – dimostrano più che altro una volontà di
evidenziare certe situazioni e certi temi semplicemente ponendoli sotto gli
occhi di quella stessa società che ritraggono e in cui ci si può guardare come
in uno specchio.
La pretesa non è mostrarsi distante e superiore dalla
massa ritratta in vacanza o nelle località più famose del globo, ma usare
l’ironia come ultima arma per contrastare chi si prende troppo sul serio e si
impone, magari anche in vacanza o tra le mura domestiche, comportamenti
inautentici e stereotipati.
La tappa napoletana della mostra
chiara ciolfi
mostra visitata il 10 giugno 2010
dal 9 giugno al 30 settembre 2010
Martin
Parr – Four Decades
Studio Trisorio
Vicolo delle
Vacche, 12 (zona piazza Navona) – 00186 Roma
Orario: da
martedì a sabato ore 16-20
Ingresso
libero
Catalogo
disponibile
Info:
tel./fax. +39 0668136189; roma@studiotrisorio.com; www.studiotrisorio.com
[exibart]