Per la prima volta in una galleria – e per la prima volta con questo progetto – Brian Peter George St. John le Baptiste de la Salle Eno, meglio noto al grande pubblico e alla critica come Brian Eno sbarca in Italia, nel cuore del ghetto romano degli spazi della galleria Valentina Bonomo, per presentare Light Box, un’idea che ha molto a che fare con la manipolazione del tempo e dello spazio, che ha qualcosa a che fare con l’arte relazionale e che mette in scena tutti gli ingredienti di una figura poliedrica come quella di Brian Eno. Reduce dalle recenti installazioni presso Palazzo Te a Mantova, l’una progetto site-specific e l’altra tratta dalla traccia The Ship tratta dal suo ultimo album, fino al 30 settembre è a Roma in una veste altrettanto ambientale ma su una scala molto più intima.
Il compositore britannico, musicista polistrumentista e produttore discografico, considerato dalla critica l’inventore della musica ambient, trasfigura quello stesso contesto attraverso uno schermo, trasfigurato anch’esso: il dispositivo elettronico è una nuova tela, circoscritto anch’esso dalla definizione di una qualche ‘cornice’, ma allo stesso tempo in grado di espandersi verso l’esterno attraverso suono e luce. I Light box sono creature cangianti e dotate di vita propria, un incontro con lo spettatore nell’atto del guardare che, grazie al coinvolgimento sonoro, si trasforma inevitabilmente nel profondo momento dell’osservare e del vedere. Ogni singolo schermo è dotato di un proprio accompagnamento musicale, ogni angolo del percorso espositivo è, anzitutto, un incontro individuale prima di diventare parte del complessivo – e complesso – sistema di sovrapposizione musicale e visiva.
Una moltitudine di altoparlanti compone gli Speaker flower, vere e proprie sculture musicali, ognuno dei quali in grado di produrre una melodia diversa che riporta in una dimensione altra, lontana. Massimo livello di sperimentazione si raggiunge con le due opere su lente lenticolare Center, Decenter e Tender Devisor nelle quali, grazie ad una struttura composta da lenti per l’appunto, l’occhio viene catapultato in una nuova visione, cangiante, molteplice, in continuo movimento. La manipolazione di luci, colori e suoni – caratteristica già pregnante del lavoro del compositore, musicista e artista – torna ancora più sviluppata in questa nuova serie di lavori, che trovano una perfetta sintesi e sinergia reciproca, in una estensione reale della bidimensionalità del quadro – e dello schermo stesso. Light Music è un progetto espositivo fatto di singoli momenti che si sposano in un unico momento esperienziale a dimostrazione del fatto che, da generative painter quale viene definito, sia possibile riprodurre formalmente l’idea di entrare dentro la tela.
Al di là del glamour che accompagna la figura del ‘musicista-non musicista’, Light Box è una mostra che rimette la giusta attenzione su tre caratteristiche fondamentali che lo spettatore non dovrebbe perdere mai, e che invece tende sempre di più a dimenticare in favore del resto: l’attenzione, la visione, l’ascolto. E, riconquistati questi tre elementi, si circonda di un tempo dilatato e silenzioso, in cui potersi staccare da terra.
“A me interessa rompere il rigido rapporto tra spettatore e video; fare in modo che chi guarda non rimanga più seduto, ma osservi lo schermo come si ammira un dipinto”: perché l’opera è, prima di tutto, un terreno di partecipazione.
Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 20 maggio
dal 21 maggio al 30 settembre 2016
Light Music
Brian Eno
Galleria Valentina Bonomo
Via del Portico d’Ottavia, 13 – Roma
Orari: lunedì – venerdì 15.00 – 19.00
Info: info@galleriabonomo.com; www.galleriabonomo.com