Corpi di donna: frammenti, arti, visi, sguardi. Soggetti, protagonisti delle opere di Stefania Di Marco (Torino 1974), ma anche oggetti perché parti di immobili manichini. Presenti o evocati. Una mostra di contrasti, fatta di opposizioni che rispecchiano l’indole femminile, divisa tra l’impalpabile consistenza di atmosfere liquide e l’aggressiva realtà di corpi bruciati.
La fotografia diventa -nell’opera della giovane artista- il realizzarsi di un percorso che ha inizio con l’animazione dei manichini, che prendono vita negli abiti, nella nudità, nei gesti e nelle movenze. Viene costruita, poi, la scena del loro eistere e del loro agire. E infine questa realtà parallela e immobile si fissa nell’immagine fotografica che unifica le diverse realtà: la vita che trascorre, una vita immobile e l’essere, il sentire dell’artista.
Come scrive Gianluca Marziani nel testo che accompagna la mostra “la fotografia sceglie” con Di Marco “la complessità elaborativa” e “si contamina con la scultura e con lo spazio”, imprimendosi su materiali che ne esaltano la sensazione tattile o le atmosfere rarefatte (cristal, alluminio).
I corpi inanimati si stringono in abbracci colti da impercettibile distanza. Si resta avvolti tra le membra senza vita, si entra in quei frammenti che alludono all’interezza del corpo, se ne resta quasi prigionieri. Un insieme di affettività e inquietudine pervade l’immagine. Quando quei corpi svaniscono, ne resta solo il ricordo o l’allusione, evocato dai capelli che morbidamente ondeggiano nel liquido. Così la bellezza del delicato femminile sembra racchiusa, sospesa nel tempo, intrinsecamente legata alla componente acquatica (in linea con la precedente mostra dal titolo Piscine). La varietà dei colori tratteggia la molteplicità degli stati emozionali e i fiori -presenti, assenti, intatti o appassiti- sono una componente allusiva e simbolica del paesaggio emotivo.
E’ una realtà complessa fatta di slanci, di passioni, di sensualità, ma anche di malinconia, di affetti leggeri come il soffio, di atmosfere appena accennate. Un mondo indagato con la delicatezza della femminiltà e con l’intensità della vita vissuta.
alessandra campoli
mostra visitata il 25 maggio 2004
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intensa sentita recensione per mostra a visitarsi..
roberto