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fino al 30.VI.2007 Ciriaco Campus Roma, Galleria Giacomo Guidi
roma
Un invisibile occhio ci osserva, registra e documenta i nostri movimenti. Anche quello dell’ingresso in una galleria d’arte. Mentre immagini-icone sono violentemente demolite da una spietata pressa…
Nell’inconsapevolezza -e nell’illusione di libertà- del quotidiano, raramente ci fermiamo a riflettere su un inquietante stato di cose: la maggior parte delle nostre azioni e dei nostri movimenti sono registrati da un occhio elettronico, “che tutto vede e tutto sa”. Questa coscienza, se ad alcuni dà un senso di sicurezza e di protezione, ad altri, al contrario, provoca una sensazione di claustrofobico controllo. Quest’occhio sembra rimbalzare, in un’azzardata associazione di idee, e trovare una propria voce negli orwelliani altoparlanti che in 1984 annunciavano il nome dei vincitori della lotteria. Questa entità, che spia e indaga -come nel film di Andrea Arnold, Red Road– è ormai ovunque: all’ingresso dei supermercati, delle librerie, agli angoli delle strade, nei luoghi meno sospetti.
Quest’Occhio, vero più del vero, è stato sistemato da Ciriaco Campus (Bitti, Nuoro, 1951; vive a Roma) proprio all’ingresso di una galleria d’arte. Entrando, e passando attraverso la nota struttura del metal detector, è difficile non farsi prendere da un vago senso di insofferenza e di spiazzamento. Automaticamente lo sguardo è attratto in alto dal monitor a circuito chiuso, sul quale, contrariamente a quanto ci si aspetta, viene rimandata un’immagine che non è la nostra. Quest’ultima sembra essere stata risucchiata nei cavi e nell’etere, intrappolata nei circuiti, ingoiata in complicati processi. Ma poi, alla fine, eccola là. Ricompare. la nostra “ombra” ci viene restituita, e l’inquietudine cessa. Ma nei secondi di scarto tra il rapimento della nostra immagine e la sua restituzione, è inevitabile domandarsi: “Che fine ha fatto? Cosa sta succedendo?”.
Quest’installazione (che trova un’involontaria rimarcazione esterna nella presenza di sbarre sulla porta d’ingresso) è accompagnata da un suono martellante e stridente, tipico delle presse. Rumore che viene da un grande schermo sistemato a terra. Sul monitor si susseguono più di mille immagini che vengono imperturbabilmente schiacciate, pressate e buttate via. Immagini-icone che spaziano dalla pubblicità, con i seduttivi prodotti del mercato (automobili, abbigliamento griffato), a fatti di cronaca (il Cavaliere durante un comizio, Benedetto XVI o il volo dello Shuttle), a colossi del cinema (Al Pacino, Robert De Niro). Per finire con timidi cenni al quotidiano (lo stesso Ciriaco Campus davanti ad una sfilza di elettrodomestici, o il salumiere di un alimentari di Trastevere). In linea con la sua analisi della realtà, e della comprensione di essa come percezione e consapevolezza, l’artista, con questo nuovo lavoro, ci costringe nuovamente a riflettere, a prestare attenzione al dettaglio, a ciò che ci circonda e che passa inosservato. Inoltre, grazie alle opere sparse al piano inferiore con l’intenzione di ri-creare un Magazzino, si può liberamente curiosare nei suoi lavori, anche meno recenti, e ripercorrere così alcune delle tappe del suo percorso artistico (Artigiani 96 e Centro Vetrine, solo per citarne alcuni). Sempre accompagnati dal “blow, blow”, stavolta scritto sul progetto, della pressa.
daniela trincia
mostra visitata il 20 giugno 2007
dal 17 maggio al 30 giugno 2007
Ciriaco Campus – Senza titolo + Magazzino Roma
Galleria Giacomo Guidi Arte Contemporanea , via Del Cancello 13 (centro storico)
+39 0668805233 (info), +39 0668211036 (fax), +39 3341757102 (biglietteria)
info@galleriagiacomoguidi.com – www.galleriagiacomoguidi.com orario: dal lunedì al sabato 11-13 e 16-20 (possono variare, verificare sempre via telefono) – ingresso libero – catalogo: in preparazione (editore: GLI ORI)
curatore: Alberto Abruzzese
[exibart]