Nonostante abbia più volte dichiarato di considerarsi un artista concettuale, Tony Matelli sembra aver adottato la scultura come mezzo espressivo privilegiato. Una scultura iperreale e deformante ad un tempo, nata negli anni Sessanta con maestri come Duane Hanson e tornata molto in auge negli ultimi anni, seppur con un’attitudine meno illusionistica e più ironica. Basti pensare ai personaggi di Ron Mueck e dei fratelli Chapman, o tra gli italiani, alle opere di Maurizio Cattelan e Simone Racheli .
Matelli, ex-assistente di Jeff Koons , rappresenta sé stesso in tre grandi lavori realizzati in fibra di vetro, silicone e schiume poliuretaniche
Le tre sculture, a dimensione naturale e poste su bianchi piedistalli, hanno come sfondo l’immagine di un mare azzurrissimo, stampato sulla carta da parati che tappezza la galleria. Sebbene le opere siano realizzate con perizia e attenzione maniacale al particolare, l’atmosfera è tutto meno che realistica. Le dimensioni esagerate del capo, i lineamenti deformati e l’aria svagata e assorta dei personaggi accentuano la già forte dimensione onirica dell’intera sala. Le opere di Matelli sono istantanee surreali, divertenti e inquietanti allo stesso tempo; colorate e sbruffone come giocattoloni, conservano tuttavia una postura monumentale. Si aggiunge a questo quadro già denso di suggestioni e riferimenti il richiamo iconografico ad alcuni classici della storia dell’arte come Reverie di Watteau e il Viandante di Courbet .
Negli spazi della Galleria Sperone Jr a via dell’Orso (i galleristi la chiamano semplicemente la vetrina ), è esposta un’altra opera dell’artista: Lost and sick: Winter version. La scultura, versione “invernale” di un’opera precedente con protagonisti tre boy-scout, rappresenta dei ragazzi che vomitano attorno ad un albero, in un paesaggio innevato, in seguito ad una immaginaria quanto probabile esperienza traumatica. In questo caso la deformazione scompare a favore di una ricostruzione precisa e tesa. Matelli non racconta e non spiega, ma blocca semplicemente all’apice una storia drammatica, avvolgendola in un’aura di mistero di sapore lynchiano.
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