Categorie: roma

fino al 30.VII.2007 | Stefania Fabrizi | Roma, Dora Diamanti

di - 2 Luglio 2007

Sono cinque le opere create dall’artista appositamente per la neonata galleria Dora Diamanti (inaugurata nel marzo di quest’anno). Stefania Fabrizi (Roma, 1958) riadatta soggetti già esplorati in passato affrontando il tema metaforico della “soglia”. Boxeur, eroi, guerrieri dagli sguardi forieri di avventura e di sfida sono i soggetti più ricorrenti nella produzione dell’artista romana. Soggetti che qui trovano una ricontestualizzazione a partire dalla restrizione della tela ad un formato che, sviluppato verticalmente, si assottiglia e prende le sembianze di un uscio, un varco, una “soglia” appunto.
La disposizione delle prime quattro opere, nella sala al piano terra, crea un gioco di sguardi intimidatorio: anche dove la figura non impone un contatto visivo diretto (Gabriele, Dio ti guarda, 2007), l’eco del sacro, del divino e del mistico, come anche il riempimento totale della tela, gettano l’osservatore in una paralisi dei movimenti, un divieto ad andare oltre. Il sacro passa però anche attraverso il mondano: così la pulzella di Orléans (Giovanna) strizza l’occhio al cinema contemporaneo e la spada riluce come in un film di fantascienza. Il trattamento grafico, insieme all’impianto fumettistico, riattualizza infine la componente mistica.
Un intreccio di contenuti cui corrisponde l’uso di una tecnica mista per le differenti opere: così l’acrilico, l’olio e il carboncino si mescolano in un insieme omogeneo. L’impatto opprimente di un “divieto di entrata” è chiaro di front e a I pittori dell’anima, dove anche due individui così tanto antieroi, a dispetto degli altri, sembrano sfidare lo sguardo di chi vorrebbe penetrare oltre il buio del fondale alle loro spalle, con la semplice arma del sentimento: posa dimessa, espressione vacua e stanca, uno scudo di corpi che non prevede l’uso di armi. Le macchie di colore (in contrapposizione al grigio che li circonda) sui camici che li vestono sembrano le tracce che incolpano i carnefici del misfatto. Ma gettato il guantone, la spada o il mitra, tornano e chiudono simbolicamente la mostra, nella parte inferiore e sotterranea della galleria, gli uomini-alieni de L’ultima battaglia: una tela di più ampie dimensioni che, priva del supporto, si lascia piegare dalla parete da cui pende, dando profondità ad un muro altrimenti piatto. E sottolinea la potenza del gesto, dell’azione in nuce, nell’attimo prima di sferrare l’attacco. Quest’ultima un’orda di guerrieri, dai volti trasfigurati da un gioco di ombre e luci in tonalità chiaroscure, abbaglia chi osserva: tanti ominidi come un Argo dai cento occhi messi a guardia di qualcosa che si conserva, intoccato, alle loro spalle, ciò che non ci è dato di vedere. La mostra gioca con il sentimento tutto umano della curiosità, quella disposizione naturale a “guardare” che quando viene negata, come in questo caso, si ricorda essere tanto importante. In un’arte iconico-figurativa come quella della Fabrizi è un invito sistematico a non fermarsi in superficie.

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dal 30 maggio al 30 luglio 2007 – Stefania Fabrizi. I guardiani della soglia. Dora Diamanti. Arte Contemporanea, Via del Pellegrino 60, Roma – Ingresso libero / Tel +39 06 68804574 / Fax 06.68212702
email: info@doradiamanti.it – micoldv@gmail.com
Orario: da lun a sab ore 15:30 – 20:00 – Sito: www.doradiamanti.it


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  • Mai visto lavori piĂą accademici di questi... una pittura davvero "povera" da tutti i punti di vista: contenuto, tecnica, ecc... ecc... Infantile direi.

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