Palermitano d’origine e trapiantato per diverso tempo nell’East End londinese, Manfredi Beninati (Palermo 1970, vive a Roma) si è trovato a vivere quella speciale congiuntura artistica che negli anni ’90 ha visto la capitale inglese al top assoluto della produzione d’arte contemporanea.
Da poco meno di un anno, Manfredi Beninati lascia la perfida Albione a favore di un capannone industriale non lontano da Roma trasformandolo in abitazione – studio dove attualmente vive e lavora (in stile piuttosto bohemien).
Fin qui si direbbe il debutto di un giovane esor
Una carrellata di tredici oli su tela conduce il visitatore in una dimensione alterata dove luoghi, veri o presunti, tempi e situazioni accaduti o di fantasia si riducono a semplici indizi di una realtà im-probabile. Così all’interno di un mondo onirico guardato a distanza si affollano sagome di bambini e figure femminili di cui si percepisce appena un atteggiamento, una postura, un gesto o un’espressione.
A popolare questo mondo: madri, padri, fratelli e forse anche autoritratti dell’artista e ritratti di amici: tutte immagini prese in prestito da una galleria privata di ricordi che si perde tra i rami di fitti boschetti e di cespugli arruffati. E tra le fessure aperte di questa vegetazione immaginaria filtra una luce abbagliante che si moltiplica in piccole, sfavillanti
L’altrove di Beninati è un luogo ipotizzato, quello dove forse ritrovare bambini come Kate, la piccola protagonista di Bambini nel tempo di Ian Mc Ewan, persa chissà dove sotto gli occhi del padre. Ad accompagnare la lettura delle opere, a margine di alcuni lavori compaiono spesso nomi diversi: Adelma, Despina, Berersheba, Gualtieri… nomi reali o immaginari come quelli delle Città Invisibili di Calvino, identificano i luoghi immaginati o realmente vissuti.
Questo giovane artista si direbbe appartenere a quella generazione che in letteratura o musica viene definita low-fi (a bassa fedeltà), ad indicare uno stile intimo e non-urlato, come sarebbe auspicabile per molta della “giovane pittura italiana”.
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