Categorie: roma

fino al 30.X.2002 | Giuseppe Gallo – Opinioni | Roma, Volume!

di - 10 Ottobre 2002

Quando si parla di Volume!, definirla galleria sembra quasi improprio. E’ piuttosto uno strumento duttile nelle mani dell’artista che può essere modificato anche nelle sue caratteristiche fisiche e strutturali; risulta quasi impossibile riconoscerlo ed immaginarlo nei suoi reali connotati. Anche nel caso della personale di Giuseppe Gallo questo spazio non tradisce il suo caratteristico camaleontismo. L’artista ha realizzato un’opera che coinvolge la struttura stessa, stabilendo un dialogo imprescindibile tra tela ed architettura. Ecco che gli archi si ribassano, le pareti si scrostano come sotto l’azione di un tempus edax. Con il cartongesso, Gallo ridefinisce il percorso trasportandoci in una piccola cripta luminosa, dove aleggia quell’umidità che sembra aver corroso ed ossidato la superficie delle tele perfettamente incassate nei muri. Le Opinioni di Gallo sono dunque parte integrante dello spazio che le ospita, esse scandiscono e sono scandite ritmicamente dagli archi plasmati ad hoc per l’occasione e sembrano invitare il visitatore a meditare e a flettere la sua postura, quasi in un inchino. Ma quali sono queste opinioni? Impossibili da decifrare. Le tele ci restituiscono un misterioso codice di numeri e lettere privati del loro connotato comunicativo. Essi sono diventati dei semplici segni grafici che contribuiscono a variegare la superficie del quadro già ricca di cromie alterate chimicamente dall’artista (quasi un alchimista), in armonioso accordo coloristico con le scrostature dei muri. E, alla fine di questa specie di Via Crucis con tanto di stazioni (le tele incorniciate dagli elementi architettonici), al termine di questo percorso di riflessione ci attende nell’ultima sala, su un asse di legno, un piccolo idolo zoomorfo, ruvida concrezione di metallo che reca sul dorso un cilindro liscio e trasparente.
Gallo ricrea un ambiente denso di sacralità, dove l’antico delle architetture sembra collidere con il moderno delle tele, un luogo modellato dalle intemperie e dall’inesorabile scorrere del tempo, ma che conserva il suo fascino, proprio come una rovina. Lo spettatore è irretito e proiettato in una dimensione meditativa dove i segni tracciati sono un tentativo dell’artista di schematizzare un sistema di pensiero che tuttavia rimane inaccessibile ai più.

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marina valentini
mostra vista il 30.IX.2002


Giuseppe Gallo – Opinioni; Roma, Volume!, via S. Francesco di Sales 86/88 (Trastevere), 0670301433, mar_sab 18 – 20 ch dom e lun, www.volumefnucci.com

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