Figurativismo estremo, leggermente incerto nel tratto ma
efficace nell’insieme come la pittura di De Nittis, cui l’autore si ispira. Alioto
si dimostra ancora una volta ottimo pittore, dalla tecnica ineccepibile a
prescindere dai soggetti trattati. Un anticonformista sui generis nel panorama moderno, nostalgico
sentimentale legatissimo alla sua terra d’adozione, Domodossola, e alle sue
vedute mozzafiato che rivivono verosimilmente in molti dei suoi lavori.
Lo stesso Alioto confessa, con la semplicità che lo
caratterizza, che si serve spesso del medium fotografico e del taccuino per
catturare graficamente i magnetismi visivi che di volta in volta lo attraggono.
E poi li rielabora in studio. Ma la rielaborazione a cui li sottopone non è uno
studio accademico, né tantomeno un tentativo di emulazione; al contrario, è
l’inizio di un viaggio metafisico, nel corso del quale molta importanza assume
il caso.
Se nella realizzazione dell’opera accade un incidente di
percorso, vuoi una colatura dovuta a un’eccessiva diluizione del colore, e se
questo non turba l’armonia finale del dipinto, Alioto lo lascia vivere
nell’opera. Così assume quella freschezza che l’avvicina e lo distanzia dalla
pittura tradizionale: un tocco di modernità. Questo vale anche per i soggetti animati,
gli animali, per lo più ispirati da una visita allo zoo-safari di Fasano, nel
brindisino, da cui proviene per nascita.
Nella sua ultima produzione balza subito all’occhio una
voluta, ma non troppo netta, distinzione tra naturale e selvaggio. Che sono poi
i titoli delle opere, di tutte le opere. Una contraddizione in termini, quindi, che vede
pericolosi pendii o acque turbolente (naturale) che sgorgano da cascate plurime
accostarsi a quieti e mansueti animali (selvaggio), come il gorilla
pacificamente seduto nella foresta che lo ospita. Una divisione di comodo a
volte impropria, giusto per dare un nome ai lavori.
La sua arte diventa avventurosa, e porta in viaggio alla
scoperta di un nuovo mondo inesplorato, la mente dell’artista, luogo sconfinato
di idee e memorie, e in lui permane uno sguardo puro, purificato, lontano dal
caos estetico della modernità. Alioto riempie le forme del vero e le rende
verosimili, usa i colori come impasto per dar forma ai suoi fantasmi, resi con
una semplicità all’apparenza disarmante.
Una grande favola, la sua, con al centro sempre lo stesso
personaggio: l’artista, che osserva e si pone come narratore di interminabili,
meravigliose storie. Non c’è l’uomo a rovinare l’atmosfera magica che la natura
crea, quella bellezza fuori dal tempo che si dona con aspetto fotografico ai
limiti del reportage.
Alioto
e il Miracolo a Milano
michele nero
mostra visitata
il 23 settembre 2010
dal 23 settembre al 30 ottobre 2010
Massimiliano
Alioto – Naturale Selvaggio
First Gallery
Via Margutta,
14 (zona piazza del Popolo) – 00187 Roma
Orario: da
martedì a sabato ore 11-19
Ingresso
libero
Catalogo
Maretti con testi di Vittorio Sgarbi e Fabio Migliorati
Info: tel. +39
063230673; info@firstgallery.it; www.firstgalley.it
[exibart]
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