“Le sigle sono come le camicie strette, scomode”. Eppure, con l’etichetta di pittore analitico, Paolo Cotani ha messo al mondo nuove energie che negli anni ’70 si stavano riducendo all’arte povera e al minimalismo dell’arte americana. Ghettizzate da nuove sperimentazioni, anzi proprio “emarginate da un sistema di gestione del mercato e di politica culturale” (da una lettera di risposta a Claudio Cerritelli) erano così originali che restano tutt’ora valide se l’artista romano, dopo le Tensioni del 2007, adesso torna alla Galleria di Erica Fiorentini e anche sul mercato. “C’è un mercato in forte ripresa” ci assicura la gallerista, lo stesso sistema dell’arte che Cotani irrideva.
Al civico 17 di via Margutta, sede della Galleria di Erica Fiorentini, il 2007 è l’anno di opere come Passaggi, Bende, Fili battuti, ma non mancano tra i suoi lavori l’uso di fasce e strutture in acciaio, colle e materiali più svariati. Cotani esplora così tutte le possibilità fisiche della superficie del quadro, sia con processi di sottrazione che di stratificazione.
Un po’ diverso da ciò che la recente esposizione “Paolo Cotani, La pittura”, (fino al 30 ottobre) vuole sottolineare. Intanto chiarisce un misunderstanding durato a lungo: Cotani non è solo l’artista delle bende e dei passaggi ma il suo operato sta nel creare uno stretto intreccio tra il fare e l’idea, un rapporto anche fisico tra l’opera e l’autore.
In barba a quanto Kosuth andava predicando in quegli stessi anni, l’arte di Cotani, concettuale quanto basta, è fatta da tele e pennelli, così è una ricerca che non si limita agli antichi strumenti del mestiere. Molteplici infatti i materiali e le tecniche utilizzate e diverse pure le tele senza titolo, come quella più “tao” del 2004 con uno sfondo rosa e un tocco di nero nel mezzo. Stende invece un’ombra nera quella più datata (1963) a tecnica mista, e mentre Frontalità e policromia (1990) è trattata con cera e metallo dorato, è un acrilico su tela Cancellazioni dello stesso anno. Ritornano poi le Bende blu di Prussia e i Passaggi o gli Spazi virtuali e mondani dove impiega la colla. Non a caso ha insegnato al Chelsea College of Arts di Londra “Tecniche e materiali delle avanguardie storiche”.
Definita negli anni di piombo, il “grado zero della pittura” è quasi una conferma di ciò che Fabio Sargentini, pioniere nell’arte povera romana, va dichiarando: “Il mezzo pittorico, oggi svilito e relegato in un canto, è impareggiabile nel creare bellezza”.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 1 luglio
Dal 1 luglio al 30 ottobre 2015
Paolo Cotani. La Pittura
Galleria Erica Fiorentini
Via Margutta 17
Orari: Lunedì – Venerdì, 10.30 – 13.30 | 15.30 – 19.30, Sabato, 10.30 – 13.30
Info: 06 321 9968
Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città ” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità , vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi. Gli articoli di Anna su Exibart.com
Visualizza commenti
Conobbi Paolo diversi anni fa, andammo a mangiare a quella che un tempo era la trattoria Menghi, il posto frequentato dagli astrattisti romani e non solo. Cenammo a quello che al tempo era un ristorante cinese, sotto l'opera murale di Consagra, un dipinto degradato ma bello, come la memoria degli anni eroici dell'astrazione romana, dell'art club, di forma uno. Insomma, in quell'occasione ci scambiammo idee sull'interpretazione strutturalista della sua opera, a volte troppo angusta, e non conforme alle particolari digressioni sull'immagine per le quali Paolo utilizzò la fotografia. Anni dopo, in un articolo mi soffermai sulla difficile rilettura, al di fuori della cosiddetta Pittura Analitica, dell'opera di questo artista e di molti altri accomunati sotto questa dicitura e dedussi che sebbene si possa ( e, aggiungerei, si debba) sfuggire alla generalizzazione di una etichetta per quanto riguarda singoli episodi è pur vero che sia un clima culturale sia una comune ricerca indica una "line analitica" se non altro utile alla storiografia per non perdere la bussola. Per concludere, è vero, quindi, che il lavoro di Paolo ha dei caratteri specifici ma è altrettanto vero che lo storico non li può prelevare e collocare al di fuori del contesto storico che li ha generati e in un certo qual modo legittimati.