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fino al 30.XI.2002 Anselm Reyle Roma, ROMA ROMA ROMA
roma
Dal ready-made alle tele agli interventi pittorici su muro. L’artista tedesco associa la convivenza di più livelli dialettici a ricordi materici e gestuali. E la poetica dell’opposto diventa anche un pretesto per ripercorrere una passata tradizione artistica...
La personale di Anselm Reyle sembra articolarsi sulla commistione di più livelli di lettura: richiama lo spettatore dalla strada ed asseconda la dialettica tra interno ed esterno propria dello spazio espositivo con una poetica fatta di oggetti consunti, ridipinti con colori innaturali, cui si affiancano gli interventi pittorici sulle pareti.
La ruota posta fuori della galleria ed il disegno lungo il corridoio – opere immediatamente visibili da fuori – tendono a superare la linea di confine tra ambienti predisponendo lo spettatore ad un approccio progressivo.
La stessa dialettica si ripete in un secondo tempo nella sala espositiva più grande dove una delle finestre è aperta sul giardino in cui campeggia un ready-made a forma di croce che rimanda istintivamente al tema dell’hortus conclusus. Il ciclo s’innesta in un dialogo tra spazi in cui l’artista fa convivere stati razionali ed irrazionali. Già nel dipinto che accompagna lo spettatore come una specie di indicazione direzionale è visibile il contrasto tra una pennellata istintiva e gestuale, che lascia il segno in campiture sbavate e sgocciolanti, e la griglia geometrica su cui il disegno si costruisce. La trasfigurazione percettiva dello spazio è operata dagli interventi pittorici sulle pareti e ritrova una misura più classica nelle tele dove è libero lo sfogo irrazionale e psichedelico. Superato il confine canonico dello spazio pittorico, Anselm Reyle ci si richiude nuovamente e nella superficie della tela accosta colori ed elementi che ricordano una assoldata pratica artistica. Tradizione che il giovane tedesco chiama in causa anche con gli altri ready-made: oltre infatti alla ruota ed alla croce Reyle presenta un macchinario contadino che – con la stesura uniforme di colore innaturale – ritrova una nuova funzionalità, non pratica ma artistica, giocando con la poetica dell’usura e dello scorrere del tempo.
Ne consegue una dialettica tra organico ed inorganico suggerita dalla commistione di elementi appartenenti a mondi differenti, e se una parete è interamente occupata dal grande legno di ricordo informale e materico, nella stanzetta adiacente campeggia una rete da pesca con applicazioni di cerchi in neon rosa che saturano lo spazio di una luce artificiale decisamente in contrasto con le suggestioni cui l’oggetto rimanda.
Gli elementi così trasfigurati associano ad un vissuto consunto e logoro – e comunque carico di significati – richiami più specificatamente industriali. Una logica dialetticamente articolata della mostra che rispecchia l’espressività multiforme di Reyle.
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matilde martinetti
mostra vista il 6.XI.2002
Anselm Reyle
ROMA ROMA ROMA, via dell’Arco dei Tolomei 2 (Trastevere – Isola Tiberina) 06.588.17.61, mar_sab 12-19.30, mail@romaromaroma.biz
[exibart]
i tuoi articoli mi fanno rabbia perché vorrei averli scritti io: sono perfetti, di una chiarezza immediata.
complimenti davvero.
f.