È un vero e proprio sodalizio quello che unisce
Wolfgang Tillmans (Remscheid, 1968) con S.A.L.E.S.. Quella in corso è infatti la sua quarta mostra nella galleria romana, e la prima risale al 1997, quando per la prima volta Tillmans espose in Italia.
In quest’occasione il fotografo, che da anni vive e lavora a Londra, presenta venti opere tra recenti e “storiche”, di vario formato. Tra le foto di grandi dimensioni, tutte in edizione unica, spicca
King’s Cross, un ragazzo assorto sui tetti di Londra, fotografia del 1989 che portò l’artista all’attenzione del pubblico e della critica. Tra le opere più recenti, sempre di grande formato,
Atair è un particolare di un’opera dello scultore danese
Bertel Thorvaldsen. Non manca un omaggio alla Capitale che lo ospita, con opere della
Paper drop series e un’immagine del “Ponte rotto”, antico ponte sul Tevere. Sono esposte anche le fotografie astratte che l’artista tedesco realizza direttamente in camera oscura, senza l’ausilio della macchina fotografica, con il solo intervento della luce sulla carta fotosensibile, frutto dell’attenta osservazione che Tillmans compie sull’essenza stessa del colore. Sono immagini che, a detta dello stesso artista, rappresentano visioni
“rumorose e sublimi al contempo. Non voglio imitare la pittura ed è fondamentale che i miei lavori siano percepiti come fotografie. Infatti non sono in nulla diversi, e cioè registrano la luce”.
Sin dagli esordi, nel 1988, le sue opere fotografiche hanno rappresentato una testimonianza della realtà intesa come esperienza vissuta, una sorta di diario visivo in cui compaiono amici, persone care, paesaggi e oggetti con i quali l’artista ha condiviso momenti della propria vita. Fotografo di culto della scena underground di quegli anni, Tillmans ha lavorato sui temi di attualità come l’Aids, la sessualità, il movimento gay; documentandoli con genialità, rimanendo però un testimone freddo, distaccato. Celebri i suoi ritratti di personaggi del mondo musicale come Moby, i Blur e Aphex Twin. Sono gli anni in cui Tillmans collabora con testate come “Interview”, “Index” e “I-D”. Con la vittoria del Turner Prize nel 2000, nel percorso artistico di Tillmans avviene un cambiamento importante: abbandona quelli che sono stati i soggetti che lo hanno reso famoso per dedicarsi alla fotografia astratta, frutto della sua ricerca sugli effetti della luce.
Tutte le foto in mostra sono state incorniciate da un celebre laboratorio di Düsseldorf che ha lavorato per i più importanti fotografi dell’omonima scuola, e provengono dalla recente personale che Tillmans ha tenuto al Museo Camera Austria di Graz. Mentre nel 2008 Tillmans terrà una personale all’Hamburger Bahnhof e allo Staatlichen Museen di Berlino.