Guarda a Oriente, il giovane artista multimediale, regista
e compositore, che in forme diverse è un po’ il fil rouge delle opere – videosculpture – realizzate ad hoc per Special
K-itchen.
Intanto, recupera dalla discarica tutti gli
elettrodomestici, senza intervenire sull’involucro esterno, che mantiene le
caratteristiche originarie – graffi e ammaccature incluse, memoria di storie
preesistenti – collocando al loro interno video che si accendono girando una
manopola o spingendo un pulsante.
Ogni opera conserva anche nel titolo la sua duplice
natura: Freezer – Ying Aoyun (il video è stato realizzato nel 2009 e presentato alla
Biennale di Bulgaria), Frigo – Information Process e Forno – Matrix Mind
Meditation, che
per Strangis è l’opera che riassume il senso di questa mostra. Un video che si
ispira alla teoria dell’Universo Olografico, secondo cui nell’universo ciò che
realmente vediamo non sarebbe altro che un’interpretazione, l’immagine
tridimensionale di onde luminose elaborate dal nostro cervello.
“Partendo da questa teoria mi è venuto in mente di fare
un passo successivo e di ricollegarlo alla mente”, spiega l’artista. “Se tutto
quello che vedo e percepisco è comunque una costruzione delle mie periferiche e
della mia mente, quindi del computer che muove queste periferiche, allora in
senso metaforico la mente può creare, essere matrice, dell’universo”.
Frigo – Information Process è l’opera più concettuale: lo
sportello del frigorifero, tutto dipinto di nero, non si può aprire ma
attraverso un piccolo oblò è possibile sbirciare al suo interno la massa di
immagini mediatiche in movimento. “Non ho fatto altro che raccogliere dai tg
le notizie che hanno avuto il più forte impatto sulla nostra società –
Cernobyl, l’attentato al papa, le torri gemelle, l’uomo sulla luna… immagini
mischiate, sovrapposte, solo raramente riconoscibili, che escono fuori da quel
buco un po’ come l’Etant donnés di Duchamp”. Differentemente dagli altri video (per lui le
musiche che ama sperimentare nelle contaminazioni sono come i colori sulla
tavolozza), questo è l’unico privo di audio, solo vocine affioranti
destabilizzante che evocano lo stato confusionale, la difficoltà nel capire il
senso del reale.
Tra una presina e una padella, un imbuto e il cucchiaio di
legno, in un angolo di Special K-itchen c’è anche una spada da samurai. L’oggetto insolito
lo ritroviamo anche in uno dei due video proiettati alla parete, Battle
Plays in Her Mind,
che vede la partecipazione della coreografa Vittoria Maniglio. “Un mix tra Kill
Bill e Uno, nessuno e centomila”, in cui la sfida – che è anche una danza – è metafora
psicologica. Come afferma la curatrice Mariagrazia Costantino, “la donna
giovane nella sua purezza diventa un filtro di tutto quello che c’è nel mondo,
quindi la lotta non è solo con se stessa, ma anche con il mondo intero”.
Strangis non costruisce i suoi video con l’impiego di
effetti speciali, sono semmai gli “effetti normali” a motivare la sua ricerca:
“La grammatica è la stessa quella creata da Nam June Paik, Vasulka e ora io,
come altri, cerco di mettere insieme poche parole per creare concetti da
utilizzare in maniera che l’effetto non sia protagonista dell’opera, ma la
chiave del senso”.
manuela
de leonardis
mostra
visitata il 6 ottobre 2010
dall’otto ottobre al 30 novembre 2010
Lino Strangis – Special
K-itchen
a
cura di Mariagrazia Costantino
Galleria LipanjePuntin
Via di
Montoro, 10 (zona campo de’ Fiori) – 00186 Roma
Orario: da martedì
a sabato ore 14-20 o su appuntamento
Ingresso
libero
Info: +39
0668307780; fax +39 0668216758; roma@lipuarte.it; www.lipanjepuntin.com
[exibart]
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