04 ottobre 2010

fino al 30.XI.2010 Maurizio Montagna Roma, Maria Grazia Del Prete

 
Zona di confine che delinea uno spazio estraniante e sospeso. Architetture urbane avvolte da una luce lattiginosa e sfiorate da uno sguardo ironico. Per cartelloni privi di pubblicità...

di

Il
billboard è il cartellone pubblicitario. Quando però manca la pubblicità, ed è
quindi svuotato del suo contenuto, diventa altro. Oggetto simbolico e anche
metaforico, intanto, che lascia intuire un paesaggio al limite del paradossale,
senza rinunciare a sottolinearne l’oggettività della presenza nello scenario
quotidiano contemporaneo.

Nella
mostra romana, inserita nel circuito di FotoGrafia 2010, Maurizio Montagna (Milano, 1964) presenta una rigorosa selezione di Billboards esclusivamente urbani.

Una
ricerca che si è andata evolvendo dal 2004 al 2009, partendo dal progetto Interim, confluito
successivamente in Billboards.
Immagini realizzate in Italia (Milano e dintorni), arrivando a contare quasi un
migliaio di lastre, alcune delle quali pubblicate negli omonimi volumi: quello
curato da Francesco Zanot per Damiani Editore (2008) e il più recente (Magnolia
Edizioni), in occasione della personale alla Galleria Manzoni di Bergamo.

Montagna
usa il banco ottico, presentando le fotografie prevalentemente in forma di
dittico e trittico. Un lavoro che non considera completamente concluso, perché
contiene potenziali progetti: “Billboard nella vegetazione o notturni, ad
esempio
”, spiega. “Il prossimo
step è trovare delle serie all’interno dell’archivio e lavorarci come site
specific
”.

Il
fotografo milanese è affascinato dalla serialità quasi ossessiva del cartellone
pubblicitario vuoto, che interpreta in chiave pittorica, forzando la
prospettiva e appiattendo i volumi. Quanto alla luce, è piatta, pallida e
lattiginosa, come quella catturata dai fotografi della New Topography.

Sfidando
una serie di pareri negativi di critici e amici, decide di usare la pellicola
in bianco e nero: “Prima di questo lavoro fotografavo a colori, come in
‘Albedo’, ispirandomi alla tradizione fotografica italiana di Luigi Ghirri e Olivo
Barbieri. Ma, dato che il progetto era nato lavorando su assenza e vuoto,
partendo proprio dall’eliminazione dei dati, non potevo non togliere
l’informazione cromatica
”.

All’origine
c’è un’ispirazione puramente letteraria: Cecità di José Saramago. “Dall’assenza del segno nelle
schede elettorali, che avevo letto in Saramago, ho cominciato a osservare i
cartelli pubblicitari con un altro sguardo. Un’altra riflessione è partita dal
fatto che lo scrittore portoghese, pur descrivendo dei luoghi reali, non gli dà
una connotazione geografica precisa. Allo stesso modo, non specifico mai i
luoghi dei miei lavori
”.

Non
manca, poi, una punta d’ironia che entra talvolta nell’inquadratura. Una sorta di
inganno ottico che è anche uno svelamento – un trompe l’oeil fotografico – quel
paesaggio, architettonico o naturale, che dal retro affiora nello schermo vuoto
del cartellone. “La cornice è il cartello, che è come un mirino all’interno
del quale non esiste differenza tra dentro e fuori
”.

Un
racconto sospeso che si arricchisce della descrizione di dettagli, come i
mattoncini o i cavi elettrici, una finestra – presenze indirette dell’uomo – al
pari delle scritte. In mostra ce ne sono due: la lettera ‘H’ che esce fuori da
un’insegna celata alla Magritte,
posta esattamente di fronte ai graffiti della Street Art.

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mostra
visitata il 21 settembre 2010


dal 22 settembre al 30 novembre 2010

Maurizio Montagna –
Billboards

a
cura di 3/3 (Chiara Capodici e Fiorenza Pinna)

Galleria
Maria Grazia del Prete

Via di Monserrato, 21 (zona Campo de’
Fiori) – 00186 Roma

Orario: da martedì a sabato ore 11-15 e 16-20

Ingresso libero

Catalogo Damiani

Info:
tel. +39 0668892480; info@galleriadelprete.com; www.galleriadelprete.com

[exibart]

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