Il percorso da casa a lavoro diventa momento di riflessione: uno sguardo contemplativo sulla città, i suoi scorci intriganti, le sue anomalie originali, i suoi passaggi senza tempo. Come frame di pellicole che portano impressa la romanità più autentica, i grandi quadri di
H.H. Lim (Malaysia, 1954; vive a Roma) catturano le visioni sognanti ma assolutamente reali della città, giocando con lo spettatore in un richiamo di riconoscimenti. Ecco i porticati di Piazza Vittorio che si affacciano di sguincio, imponendosi nello spazio della tavola, con la trama ordita dai fili dei tram che sormontano le strade, rendendo il cielo una scacchiera irregolare. O la forma grandiosa dei piloni, delle travi e dei tralicci che sostengono la tangenziale che corona il Pigneto. E ancora i passanti che attraversano la strada, i motorini che sfrecciano e le macchine in corsa, ritratti in un istante fotografico che tradisce la meticolosità della tecnica. Linee e sagome bianche si stagliano su fondo nero come negativi non sviluppati di scatti rimasti in camera oscura, pronti a lasciarsi risvegliare dalla luce.
Come afferma l’artista nell’intervista con Lorenzo Benedetti, curatore della mostra, “
trovo molto erotica l’idea di spogliare nuda Roma con un disegno in bianco e nero in una semplice linea. Ho imparato la regola che Roma insegna ‘due passi avanti e uno indietro’. Cioè osservare attentamente le piccole cose della vita quotidiana senza troppa fretta”.
La passeggiata romana, anche la più abitudinaria, offre infatti all’osservatore in grado di coglierli, stimoli innumerevoli e sempre nuovi. Guardare distratti per tornare a osservare con più attenzione, questo il principio che muove la
promenade per le strade della Capitale. Abbandonando la vaghezza situazionista, si ritrova il piacere di gustare ogni giorno i medesimi percorsi, complici di una visione sempre rinnovata e innocente.
A Roma sin dal ‘76, Lim sembra aver metabolizzato le immagini che lo circondano quotidianamente fino a tradurle in segni sintetici e carichi di sottile emozione. Quattro i quadri a fondo nero e due quelli a fondo bianco: una scritta inversa quasi impercettibile al centro della composizione augura “
Buongiorno Roma” sulle tavole scure e “
Buonanotte Roma” su quelle chiare, confondendo le parole, il loro significato e la loro posizione in maniera antitetica rispetto al concetto visivo. Un’ironia sempre presente nel lavoro dell’artista, piccolo omaggio a una realtà meno seriosa di quanto la si voglia ritrarre.
Due sedie completano lo spazio, invitando lo spettatore a leggere ancora al rovescio la parola “
Roma-Amor” incisa sulla seduta. Una città che esorta a saper prendere il proprio tempo, fermandosi un istante a osservare: “
È difficile poter gestire e conoscere tutta la città. Per questo cerco semplicemente di dialogare con un angolo che conosco bene”, confessa Lim. “
Voglio disegnare una Roma spogliata! Nuda! Voglio fare l’amore con Roma!”.