Icaro, mentre fuggiva dal labirinto a Creta con le ali che gli aveva fatto suo padre Dedalo, commise l’errore di avvicinarsi troppo al sole. Poiché le ali erano attaccate al suo corpo con la cera, il volo terminò presto e lui cadde in mare. Un pretesto, quello del mito, che dà il titolo a questa mostra. Lo scopo però è fare un bel volo con la fantasia. Perché, proprio come nei racconti mitologici, questi quadri riproducono in parte il vero, insieme al verosimile e al fantastico. Dove per fantastico si intende quella parte stimolata dalla fantasia, al limite tra il sogno e il divertimento, l’immaginazione e la favola. Così Max Savant (Germagnano, 1955) dopo quasi quindici anni, rompe il ghiaccio ed espone di nuovo con una personale. Trasportandoci nel suo mondo, nel suo viaggio fantastico.
Si parte in aereo, con aerei veri. Nomi reali ben in vista, di compagnie che chiunque ha potuto vedere negli aeroporti. Particolari ben riprodotti, scalette, corridoi mobili, piste, lampioni e torri di controllo. Non manca nulla, tranne la presenza dell’uomo. Tutto è immobile. È un viaggio, come sottolinea Daniele Fiacco durante la presentazione, che parte dall’immobilità. Lo spostamento non è fisico, ma mentale. La presenza massiccia di ali d’acciaio ci fa quasi dimenticare il tempo e lo spazio, ci disorienta. Che ore sono? Tutte le ore, giorno e notte. L’aria è infuocata al tramonto o debole all’alba, il cielo è nero di notte o celeste come una giornata di primavera. A volte sembra una luce artificiale. A dir la verità, il tempo manca.
Ma ci sono anche altre intrusioni. Come in un sogno, Savant mescola soggetti e luoghi. Appare così l’aeroporto, dietro una fitta schiera di alberi innevati. Oppure davanti a una distesa di tulipani o di margherite dalla minuzia e delicatezza botticelliana.
Poi arrivano petali di fiori indecifrabili, color glicine o azzurri. Si muovono spinti da un vento che sembra essere solo un pretesto atmosferico necessario a quel movimento. A volte l’aria e la pittura si fanno nitide a volte sfumate. Esplosioni di colori e fantasia che mettono allegria ma anche tristezza. Come il tappeto di petali rossi che fa da sfondo ad una pista dall’aria lugubre. Poi d’improvviso tutto si fa chiaro e una luce irreale avvolge insieme a un vortice di petali bianchi l’aereo dell’Airone appena atterrato. Benvenuti a destinazione.
valentina correr
mostra visitata il 17 febbraio 2007
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