12 marzo 2007

fino al 31.III.2007 Tom Wesselmann Roma, Galleria Lipanjepuntin

 
Labbra, seni e gambe aperte fra calze, cuscini e collane. Oggetti tangibili che arrivano dalla Pop Art degli anni Sessanta fino a noi. E materiali nuovi per rappresentare un erotismo femminile ormai liberato...

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Un tratto spesso e corposo, che si esalta come unico elemento cromatico nell’ambiente assolutamente latteo di Lipanjepuntin. Distese e accoglienti, sempre rigorosamente prive di lineamenti, le donne di Tom Wesselmann (Cincinnati, 1931 – New York, 2004) sanno parlare il linguaggio dell’erotismo e quello delle sensazioni complici. Le gambe divaricate di Sitting blue Stockinged Nude sono sfida, ostentazione sicura delle proprie idee. Sembrano rivendicare la libertà sessuale e l’affermazione palese del diritto al piacere. Quella mano che indugia dove non dovrebbe mostrarsi. Siamo appunto nel 1968. Pube, seno e bocca, il gioco dei colori che qui lega sempre questi tre moloch dell’immaginario maschile, attraverso un idioma fatto di segnali e che molto spesso coinvolge anche componenti esterne al corpo femminile, come i collant di Study for Drop-Out Nude with Pink Stockings. Un gioco delizioso nel quale è l’immagine riflessa nello specchio a decodificare ciò che non è presente in primo piano. Altrove è la disposizione espressiva e circoscritta del colore (Study for Partial Amy) che ritaglia il corpo con toni caldi e solari, a determinare una sintesi di desiderio e serenità.
La selezione accurata delle opere vuole sottolineare la grande abilità di Wesselmann nella manipolazione di materiali difficili e innovativi, dopo il frequente ricorso ai collage della sua produzione iniziale. Soprattutto negli anni Ottanta, copiosamente presenti in questa circostanza, ricorre al plexiglas, su cui i corpi femminili vengono delineati attraverso l’uso di acciai speciali, tagliati con il laser e smaltati. È soprattutto Monica la protagonista di questo ciclo, assieme alle falde dei suoi cappelli, alle collane pesanti che strappano la scena alle componenti corporee. Alla nostra vista ritorna una figura meno morbida, più decisa che sensuale, stesa su segni nervosi e veloci che descrivono letti, poltrone, pareti (Monica Lying on Her Back), ma che non trascura neppure l’elemento giocoso (vedi il gufetto fra le gambe di Monica Reclining on Blanket and Pillow).
Tom Wesselmann, Study for Partial Amy
Per ritrovare l’espansione dei contorni, il colore che riempie i corpi, si deve cercare Rosemary with Socks, che indossa i colori forti e passionali del liquitex. Oppure andare sull’altra parete a scrutare Study for Nude Lying on Back: qui il corpo femminile capovolto evoca alcuni tratti profondi dell’essere femminile: accoglienza, creatività, sensualità.

patrizio patriarca
mostra visitata l’8 febbraio 2007


Tom Wesselmann – Nudes (1968-2004)
Roma, Galleria Lipanjepuntin artecontemporanea, Via di Montoro 10 (Piazza Farnese). Da martedì a sabato 14.00-20.00. Biglietto: ingresso libero.
fino al 31 marzo 2007 – a cura di Marco Puntin
per informazioni, tel. 06 68307780
www.lipanjepuntin.com


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