Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
20
maggio 2008
fino al 31.V.2008 Elina Brotherus Roma, VM21
roma
La reciprocità della visione, con l’immagine riflessa nello specchio e la coincidenza tra l’osservatore e la persona osservata. È il tema della ricerca sviluppata nei due ultimi cicli lavorativi dall’artista finlandese...
Sono fotografie a colori di grande formato e due video gli elementi che compongono la prima personale in Italia di Elina Brotherus (Helsinki, 1972). Figure umane, spesso di spalle, fotografate in ambienti domestici quelle tratte da Model Studies, in spazi aperti, davanti al mare o montagne quelle appartenenti alla serie Points of Views on Landscape. In questi due recenti cicli, la ricerca dell’artista è incentrata sulla figura del modello, su come il corpo umano si inserisce nello spazio attraverso i gesti e i movimenti più comuni, attraendo lo sguardo e catturando l’attenzione del visitatore.
Questa ricerca, iniziata nel 2000, segna una svolta nel lavoro dell’artista finlandese, poiché dapprima il centro dell’indagine era se stessa e particolari momenti della sua vita quotidiana. Col nuovo millennio, Brotherus si allontana dal percorso interiore e comincia a esaminarsi come materiale visivo, come se fosse un’altra persona. Assumono così maggiore importanza le variazioni cromatiche e la luce, ossia elementi tipicamente pittorici.
La fotografia come “nuova pittura”, dunque, fortemente influenzata dallo studio degli impressionisti, la cui conoscenza l’artista scandinava ha approfondito durante i lunghi soggiorni a Parigi, dove spesso risiede. Nei suoi scatti, la posizione dei modelli richiama infatti le opere di Cézanne e Bonnard, le ballerine di Degas e Toulouse-Lautrec. Tutti scatti rigidamente analogici, realizzati con un vecchio modello di macchina fotografica e stampati senza alcun tipo di ritocco.
Sono ritratti di spalle, affinché l’osservatore non sia distratto dal volto del soggetto e venga a trovarsi dietro di lui, godendo del suo stesso punto di vista, stimolato tecnicamente dall’uso del primo piano. In alcune fotografie il protagonista è la stessa artista, per cui modello e autore coincidono. “Una fotografia presenta un individuo visto di spalle che osserva il paesaggio”, scrive Lorella Scacco, curatrice della mostra, “mentre l’altra mostra la stessa figura vista di fronte. Il modello è rimasto fermo mentre la macchina fotografica ha cambiato posizione”.
Osservatore e osservato tendono a coincidere. Forte è dunque il richiamo alla reciprocità della visione, legata in modo particolare all’identità femminile. Una testimonianza di ciò la si trova nel video Miroir, realizzato da Brotherus nel 2001: in un bagno, uno specchio reso opaco dal vapore pian piano si snebbia, mostrandoci il viso dell’artista. Analogo tema si ritrova nel video più recente Montagne (2004), dove a mostrarsi è una cima coperta dalle nuvole che si dischiudono.
Sia le fotografie che i video mostrano chiaramente quanto sia importante per Brotherus la ricerca dell’immagine. Un’immagine sempre diversa, irripetibile, spessa velata da una malinconia nordica, su cui l’artista concentra tutta la sua attenzione, con lo scopo di cogliere quell’attimo preciso che ha colpito la sua sensibilità. Come lei stessa laconicamente afferma, “essentially, I’m an image-maker”.
Questa ricerca, iniziata nel 2000, segna una svolta nel lavoro dell’artista finlandese, poiché dapprima il centro dell’indagine era se stessa e particolari momenti della sua vita quotidiana. Col nuovo millennio, Brotherus si allontana dal percorso interiore e comincia a esaminarsi come materiale visivo, come se fosse un’altra persona. Assumono così maggiore importanza le variazioni cromatiche e la luce, ossia elementi tipicamente pittorici.
La fotografia come “nuova pittura”, dunque, fortemente influenzata dallo studio degli impressionisti, la cui conoscenza l’artista scandinava ha approfondito durante i lunghi soggiorni a Parigi, dove spesso risiede. Nei suoi scatti, la posizione dei modelli richiama infatti le opere di Cézanne e Bonnard, le ballerine di Degas e Toulouse-Lautrec. Tutti scatti rigidamente analogici, realizzati con un vecchio modello di macchina fotografica e stampati senza alcun tipo di ritocco.
Sono ritratti di spalle, affinché l’osservatore non sia distratto dal volto del soggetto e venga a trovarsi dietro di lui, godendo del suo stesso punto di vista, stimolato tecnicamente dall’uso del primo piano. In alcune fotografie il protagonista è la stessa artista, per cui modello e autore coincidono. “Una fotografia presenta un individuo visto di spalle che osserva il paesaggio”, scrive Lorella Scacco, curatrice della mostra, “mentre l’altra mostra la stessa figura vista di fronte. Il modello è rimasto fermo mentre la macchina fotografica ha cambiato posizione”.
Osservatore e osservato tendono a coincidere. Forte è dunque il richiamo alla reciprocità della visione, legata in modo particolare all’identità femminile. Una testimonianza di ciò la si trova nel video Miroir, realizzato da Brotherus nel 2001: in un bagno, uno specchio reso opaco dal vapore pian piano si snebbia, mostrandoci il viso dell’artista. Analogo tema si ritrova nel video più recente Montagne (2004), dove a mostrarsi è una cima coperta dalle nuvole che si dischiudono.
Sia le fotografie che i video mostrano chiaramente quanto sia importante per Brotherus la ricerca dell’immagine. Un’immagine sempre diversa, irripetibile, spessa velata da una malinconia nordica, su cui l’artista concentra tutta la sua attenzione, con lo scopo di cogliere quell’attimo preciso che ha colpito la sua sensibilità. Come lei stessa laconicamente afferma, “essentially, I’m an image-maker”.
articoli correlati
On Air, al Circolo Scandinavo di Roma una serata con videoarte italiana e nordica
pierluigi sacconi
mostra visitata il 4 aprile 2008
dal 4 aprile al 31 maggio 2008
Elina Brotherus
a cura di Lorella Scacco
VM21artecontemporanea
Via della Vetrina, 21 (zona piazza Navona) – 00186 Roma
Orario: da lunedì a venerdì ore 11-19,30; sabato ore 16,30-19,30
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0668891365; info@vm21contemporanea.com; www.vm21contemporanea.com
[exibart]