Lo spazio della galleria risulta completamente trasformato agli occhi dello spettatore, invitato a vivere un’esperienza immersiva nei wall paintings che ridefiniscono il perimetro degli spazi. Due pareti sono ricoperte di un colore blu, intenso, meticolosamente preparato come se si trattasse di un foglio da disegno per le esercitazioni accademiche di riproduzione in scala. Come sulla filigrana di una carta millimetrata, Pat Steir – artista americana in mostra nel 2003 con una monografica alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma – disegna la sua Floating Line: ereditato dall’incontro con John Cage e la filosofia taoista, il gesto si libera sulla superficie, libero e dotato di quell’aleatorietà tipica dell’artista che interviene sullo spazio guidata dal proprio ES creativo. «La linea di galleggiamento è una linea viva… in grado di ri-prodursi nello stesso modo in cui i gemelli sono uguali e diversi allo stesso tempo», racconta l’artista. «La variazione è ciò che rende e mantiene la linea viva e unica in ogni re-installazione».
L’esplosione di colore della Steir trovano la propria ideale continuità nei tratti sobri e cromatici di David Tremlett, artista inglese attualmente in mostra alla Tate Britain e al New Art Center con i propri Wall Drawings. Nella definizione minimalista e formale del proprio lavoro, Tremlett traduce una perfetta sintonia con le architetture dello spazio, destinate ad accogliere sorte di lunette ed archi caleidoscopici. Nella fusione progettuale dei due artisti, comunque definibili nelle proprie particolarità e differenze caratterizzanti, è possibile leggere anche l’evoluzione dei loro percorsi formativi. Non nuovi all’incontro e alla condivisione di uno spazio – già nel 1987, infatti, avevano esposto insieme in occasione della mostra realizzata nei precedenti spazi della galleria a Piazza Sant’Apollonia, a Trastevere – i due artisti disegnano nell’attuale presentazione da Alessandra Bonomo quanto i propri percorsi abbiano raggiunto risultati completamente diversi. Se da una parte i Self portrait della Steir presentavano volti i cui occhi, bocche e nasi non che, seppur con le sembianze di studi accademici leonardeschi nei quali è già presente una preparazione minuziosa dello spazio d’intervento murario, offrivano un’immagine distorta dell’aspetto umano; dall’altra Tremlett già sviluppava un processo creativo lineare ed asciutto, dotato della forza del colore.
A completare la mostra una serie di altri lavori dei due artisti, in una scala ridotta rispetto alle grandi dimensioni dei wall paintings. Da una parte David Tremlett presenta geometrie che tornano a ricalcare le decorazioni di una volta nel tratto pastoso del pastello; dall’altra Pat Steir mischia macchie di colore simili a galassie alle composizioni di pittura e poesia visiva. La collaborazione fra i due, complementari nella produzione piuttosto diversa che portano avanti, si declina in un incontro estremamente fruttuoso: la fibrillazione dei colori vibranti disegna una realtà fuori dal tempo, nella quale lo spettatore resta piacevolmente sorpreso.
Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 29 aprile 2014
Dal 15 marzo 2013 al 31 maggio 2014
New works for walls
Pat Steir e David Tremlett
Galleria Alessandra Bonomo
Via del Gesù, 62 – 00186
Orari: martedì – venerdì 12.00-19.00, sabato 14.00-19.00