Se al concetto di nudo sono legate sensazioni di fragilità, debolezza, vulnerabilità, vergogna (immagini quantomai attuali se solo pensiamo ai corpi dei prigionieri iracheni, foto che non vorremmo mai vedere) queste non sono certo quelle che ci trasmettono le fotografie di Tiziana Luxardo. Corpi nudi sì, ma dalla posa statuaria, fieri, armonici, fermi in un istante che sembra eterno. Due i volti famosi che si riconoscono, quello della ballerina Carla Fracci e quello dell’attore Roberto Ciufoli, per il resto illustri meravigliosi/e sconosciuti. Foto in bianco e nero sospese nello spazio e nel tempo, illuminate da una luce soffusa fatta da semplici lampadine appese a cavi che pendono dal soffitto, ad un metro circa dal pavimento.
La danza è alla base di questi racconti di vita, non immagini rubate ma pose ben costruite, architettate per dirci qualcosa, il pensiero di Tiziana Luxardo “Ho cercato di usare il maschile che vive in me per impressionare il femminile che vive nell’uomo”. E l’esperimento è riuscito. Uomini e donne sono uguali di fronte allo spettatore, una vera parità dei sessi, dove il comune denominatore è la perfezione. Se è vero che “verso la fine del millennio l’uomo è nudo, è solo” è anche vero che in queste immagini sembra farcela molto bene (o almeno provarci) anche contando solo sulle sue forze. Con forza, determinazione. Promette bene questo nuovo spazio espositivo tutto concentrato sulla fotografia. Dopo questo esordio ospiterà personali e collettive della scena internazionale, sia artisti emergenti che affermati. L’intento è di far conoscere la fotografia ad esperti e profani in tutte le sue sfaccettature, senza tralasciare l’aspetto economico definito dal mercato dell’arte, aste, premi, fiere e quotazioni. Un’occasione per fare una passeggiata in questa via restituita alle botteghe dell’arte e dell’artigianato dopo la cessione da parte del sindaco Walter Veltroni di vecchi locali di proprietà del Comune di Roma.
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