Schivo alle interviste e ai clichè della critica, Gary Hill (Santa Monica, 1951) si presenta ai romani con l’applombe tipicamente zen dell’artista californiano. Davanti alla platea di giornalisti e fotografi, improvvisa una performance sonora, per esorcizzare la tensione causata dal ronzio assordante di un elicottero, di pattuglia sui cieli del Colosseo. Al frastuono cacofonico del velivolo Hill contrappone l’eco del suo corpo: un Om lungo e profondo che libera l’atmosfera dall’impasse momentanea. Un gesto che introduce Resounding Arches – Archi Risonanti, realizzato per il sito archeologico e scandito in diversi momenti: un primo assaggio il 14 aprile all’Anfiteatro Flavio, proseguito nel mese di maggio al Tempio di Venere e Roma, per culminare l’11 giugno nell’arena del Colosseo, scenografia eccellente di un happening suggestivo, in cui le sculture viventi di Hill si sono materializzate come “rovine di un futuro”.
La scansione del progetto, dispiegato per tappe
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maria egizia fiaschetti
mostra visitata il 14 aprile 2005
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