Mental Drawings: disegno come concetto, come forma artistica compiuta, come fase di elaborazione di un progetto, come segno. Queste e altre forme di disegno hanno ispirato otto artisti internazionali che espongono le loro opere in questa collettiva “mentalmente” ideata da Ludovico Pratesi, che scrive: “
La scelta degli artisti e il loro accostamento vuole proporre una campionatura di modalità differenti legate al rapporto tra ogni artista e la pratica del disegno”.
I lavori dell’artista portoghese
Juliao Sarmento, di evidente matrice concettuale, sono opere in cui compaiono disegni di mani, riproduzioni fotografiche e testi evocativi tratti da poesie. Le posizioni delle stesse mani sembrano comunicare attraverso l’alfabeto dei sordomuti.
Teresita Fernandez, artista di Miami, ha realizzato un’opera site specific: decine di piccole pietre dure aderiscono, grazie a dei magneti, alla parete centrale della galleria, componendo un grande disegno con ideali linee concentriche evocative di paesaggi, mappe, intitolato non a caso
Cameo. Restando in ambito latino-americano, per il cubano
Carlos Garaicoa il disegno confina con l’idea di spazio, inteso in senso sia architettonico che di pensiero e memoria. Garaicoa presenta un plastico realizzato in cartoncino nero, una città irreale dalle forme fantastiche, e un dittico formato da immagini fotografiche in bianco e nero di zone degradate, con chiodi e fili che tracciano linee geometriche.
Roni Horn presenta tre opere:
Mink, ossia un visone, e
Black fox, due immagini in cui la testa della volpe è vista di fronte e da tergo, e che secondo i dettami dell’artista devono potersi vedere contemporaneamente, pur essendo poste in sale differenti.
Monica Bonvicini presenta una serie di collage intitolati
Bed Times Square, che rappresentano varie stanze da letto.
Secondo rappresentante maschile,
Marc Quinn propone acquarelli dedicati a famose icone femminili della società contemporanea: in questa occasione si tratta della culturista Amanda Lepore, dalle labbra rosse estremamente sensuali, e di due profili di giovani donne della serie
After Bernini.
La libanese
Mona Hatoum presenta due disegni in carta cerata giapponese, che nascono come calchi di utensili da cucina, uno scolapiatti e un colino, per trasformarsi poi in costellazioni o visioni astratte. Infine,
Rosemarie Trokel. I suoi disegni altro non sono che i nomi di artisti famosi come
Clemente o
Spalletti scritti su carta, che servirono come “gobbo” per una performance televisiva che l’artista realizzò nel 1994, in cui si autoriprendeva e intervistava se stessa ponendosi la domanda: “
Qual è l’artista più bravo?”.
Da notare come lavori così differenti fra loro riescano a dialogare senza sopraffarsi l’un l’altro. Anzi, ognuno di essi viene valorizzato dalla presenza degli altri.