18 giugno 2009

fino al 31.VII.2009 Ali Wijdan Roma, LipanjePuntin

 
Nel cammino della vita sufi, il cuore si libera e lascia che l’artista componga segni di luminosità ricca d’amore. Per una mostra scostante all’occhio occidentale. Incuriosito e poco abituato a espressioni artistiche di questo tipo...

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Nel 1980 Ali Wijdan (Baghdad, 1939; vive ad Amman) inaugurava nella capitale giordana la Galleria Nazionale d’Arte, dopo aver fondato la Royal Society of Fine Arts. Ricoprendo attualmente la carica di ambasciatore della Giordania in Italia, l’artista ha voluto dimostrare il suo amore per la Capitale con un’uguaglianza spirituale, simbolica e cromatica.
I am you sprizza infatti colori lungo tutte le pareti della LipanjePuntin, sbandierando grandi stendardi in carta di riso cinese e carta giapponese di fibre vegetali, con un’installazione che racchiude i tre simboli ricorrenti lungo tutto il suo lavoro calligrafico-pittorico.
Una decina di disegni incorniciati di grandi e medie dimensioni richiamano, in girotondi di striature colorate, un linguaggio orientale dai marcati influssi occidentalizzanti. Non è un caso che, per la sua mostra, Wijdan prenda ispirazione dalla dottrina sufi, secondo cui la più alta forma d’amore si concentra nella diretta conoscenza di Dio, attraverso una ricerca mistica in grado di allontanare ogni disposizione malevola, lasciando così libero il cuore.
Il sufismo si serve della calligrafia, riconoscendo in essa la forma d’arte sacra per eccellenza, che richiede all’amanuense di comporre sotto diretta ispirazione divina. Ed è proprio da quest’ispirazione di “beatitudine” che l’artista parla del cuore: è quest’ultimo a presenziare nei suoi disegni, assomigliando sempre meno a un simbolo orientale e spiegandosi verso l’interpretazione occidentale del nostro disegnare l’amore.
Ali Widjan - I am you - veduta della mostra presso la Galleria LipanjePuntin, Roma 2009 - photo Carbonelli & Seganti
Nella maggior parte delle opere esposte, le due mezzelune racchiuse in una vaga forma di cuore all’ingiù parlano di un “io sono te”, a cui segue una seconda forma a cuore più marcata de “il tuo amore”. I simboli arabi interpretati da Wijdan si ripetono gli uni dopo gli altri, avvalendosi di una tecnica mista di verdi, gialli e arancioni che si nascondono spesso dietro sovrapposizioni di colore, interrompendo così quel girotondo ornamentale che scorre lungo il foglio.
Lo scopo ultimo dell’artista è racchiuso nella semplice ricerca di trasmettere armonia e pace, grazie alla libertà stilistica che la contraddistingue e che traccia il punto d’incontro fra cultura occidentale e orientale. La reinterpretazione di simboli arabi e la loro stilizzazione calligrafica è il punto d’unione pittorico che contraddistingue la dualità di tutta l’esposizione: non vi è, infatti, solo il confluire di due linguaggi unificati in un unico segno, ma anche la sovrapposizione grafica per la resa dell’opera. In molti lavori è dunque applicata una pagina di grammatica araba, resa poco riconoscibile dalla fusione di questa con i colori dell’intero disegno applicati alla carta.
Ali Widjan - I am you - veduta della mostra presso la Galleria LipanjePuntin, Roma 2009 - photo Carbonelli & Seganti
La volontà di Wijdan di comprendere nelle opere una convenzionalità linguistica che marchi in ogni caso la sua cultura d’origine fa da trait d’union all’ispirazione artistica originaria: il sufismo, “la via del cuore, la via del puro, mistico cammino dell’Islam”.

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dal 28 maggio al 31 luglio 2009
Wijdan – I Am You
a cura di Khalid Khreis
Galleria LipanjePuntin
Via di Montoro, 10 (zona campo de’ Fiori) – 00186 Roma
Orario: dal martedì al sabato 14-20 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: +39 0668307780; fax +39 0668216758; roma@lipuarte.it; www.lipanjepuntin.com

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