“The Dream of Warsaw – In Polonia, cioè dove?”, è la mostra che chiude domani allo Spazio Cerere. Prima di un ciclo di tre appuntamenti, dedicati alla scena polacca di arte contemporanea è stata ideata dall’Istituto Polacco di Roma e da Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione e curata da Gabi Scardi
È proprio Varsavia il centro dell’attenzione delle opere di 10 artisti polacchi. Capitale di una realtà non solo geografica ma anzitutto storica e culturale, Varsavia diventa il fulcro intorno al quale ruota tutto un insieme di espressioni e vibrazioni artistiche che danno conto del vivace fermento sociale che si respira in Polonia negli ultimi decenni.
Infatti è già a partire dagli anni ’70 che la nazione polacca non smette di produrre opere letterarie e artistiche di grande rilievo. Come non ricordare la poetessa Wisława Szymborska, premio Nobel per la letteratura nel 1996.
Grazie all’attenzione di Smarrelli, la Fondazione Cerere ospita, tra i suoi molteplici progetti, una retrospettiva su un Paese del blocco sovietico tra i più fortunati, perché il momento degli anni ’70, raccontato da Andrzej Wajda, nel film Walesa (2013) ‹‹ha aiutato i polacchi a capire che potevano governarsi da soli, senza l’intervento delle autorità e della polizia››.
Celebrato dal regista russo Tarkowskij, il paese ha visto nascere movimenti di sommossa clandestina e di opposizione che ha contribuito alla conquista del diritto alla libertà di espressione in tutte le sue forme.
La mostra ha il preciso obiettivo di fotografare questa realtà fornendo un’autentica testimonianza all’indomani della caduta del Muro di Berlino del 1989.
Nella prima sala, Oxygenator. La storia in immagini (2014) di Joanna Rajkowska è una raccolta fotografica che documenta un innovativo intervento urbanistico: la costruzione di un piccolo lago artificiale in una zona abbandonata della città.
Le foto testimoniano come, in poco tempo, il quartiere sia diventato un punto di riferimento della comunità locale. Recuperando lo spazio come luogo pubblico, il diritto di abitazione, l’artista si concentra sul senso della necessità di integrare il preesistente con il nuovo, offrendo la possibilità di una migliore qualità di vita in città.
Il documentario A Dream of Warsaw (2005) di Artur Zmijewski si interessa alla figura dell’architetto Oskar Hansen e ruota attorno alla storia del Palazzo della Cultura e della Scienza.
Commissionato da Stalin nel 1955 nel centro della città, il palazzo è il simbolo di un controverso passato che diventa adesso anche il punto focale di una riflessione attorno al significato inconscio e traumatizzante della sua rimozione o conservazione.
Janicka & Wilczyk con l’opera fotografica Altra città (2011-2013), puntano l’obiettivo sulla zona del ghetto ebraico di Varsavia, oggi al centro di uno sfruttamento immobiliare selvaggio che non tiene conto del suo passato, ma documenta la volontà del mondo contemporaneo a cancellare le tracce di una memoria scomoda e vergognosa.
Lo spazio Cerere, attraverso la presenza di questa mostra impegnativa, continua a dimostrarsi una realtà attenta a ogni ramificazione culturale del sociale moderno che adesso lo fa riflettendo spingendo un po’ più in là e guardando alle numerose stratificazioni anche contraddittorie, di un tessuto urbano di una città che ha avuto una storia complessa, spesso da dimenticare.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 2 luglio
Dal 28 maggio al 31 luglio 2014
The Dream of Warsaw
I atto di In Polonia, cioè dove?
Fondazione Pastificio Cerere
Via degli Ausoni 7, Roma
Orario: lunedì – venerdì 15.00 – 19.00
Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità, vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi. Gli articoli di Anna su Exibart.com