L’occasione di una mostra da recensire ci ha ricondotto, dopo molti anni, al Centro Di Sarro. Al tempo si trovava in un’altra sede, poco distante, in Viale Giulio Cesare, e godeva di uno spazio più ampio. Ricordiamo un’anziana signora che ci accoglieva con cordialità e premura e ci intratteneva sulla la storia della galleria, dedicata al figlio Luigi, medico e artista, morto per una tragica fatalità come era accaduto a tanti altri giovani negli sciagurati “anni di piombo”. Una galleria o meglio, un centro di ricerca nato per indagare la caotica galassia dei giovani desiderosi di tracciare un segno nel grande, babelico libro dell’Arte. Dal comunicato stampa che ci viene prontamente fornito apprendiamo essere questa la prima mostra di un ciclo, chiamato “The Serialist”, di tenore estetico-sociologico e traente spunto o ispirazione da popolari serie televisive come è stata Baywatch, a cui è dedicato questo primo appuntamento. Si tratta del tipico genere americano, accuratamente confezionato, avventuroso ai limiti del fumettistico e con l’immancabile lieto fine, trasmesso negli Stati Uniti a partire dalla fine degli anni ottanta e poco dopo approdato anche in Italia.
The Serialist, vista della mostra
Ambientata, in un clima perennemente estivo, nelle spiagge della California e delle Hawaii; avente per protagonisti aitanti ed eroici bagnini e conturbanti bagnine dal fisico da capogiro, accentuato dalle frequenti riprese slow motion – ricordiamo i nomi di Pamela Anderson e di Carmen Electra, entrambe modelle del magazine Playboy-, la serie, straordinariamente longeva, si è guadagnata un posto nel Guinness dei primati come la più seguita al mondo. La collettiva proposta dal Centro Di Sarro vede impegnati sei artisti – Valentina Nascimben, Luca Resta, Stefan Nestoroski, Mauro Piccinini, Mia D. Suppiej, Davor Suker – armati di differenti strumenti espressivi: dalla scultura all’installazione, dal video alla performance (in una di queste è stato coinvolto anche un tatuatore). Insomma una varietà di codici comunicativi lanciati come nasse sui flutti effimeri di una memoria popolarmente condivisa – quella della televisione e della sua formidabile estensione, il web – al fine di catturare esili, persistenti tracce mnestiche residuali della celebre serie TV – ben congegnato specchio deformante o trasfigurante della vita reale (da qui il suo successo planetario, crediamo) – per amplificarle quindi in proteiformi segni d’arte. Sappiamo da Giulia Lopalco, curatrice della rassegna assieme ad Emanuele Rinaldo Meschini, che tutta la squadra coinvolta nell’iniziativa ha dato vita ad un laboratorio residenziale incentrato sul linguaggio delle serie televisive presso la Fondazione Lac o Le Mon ed ha realizzato un video dedicato a particolari momenti di vita di un artista, di cui il primo episodio intitolato Lo Studio è stato proiettato al Centro Di Sarro il giorno dell’inaugurazione. Gli episodi successivi saranno proiettati in occasione delle prossime mostre di The Serialist, già in programma nella stessa sede in primavera ed in autunno.
Luigi Capano
Mostra visitata il 17 ottobre
Dal 10 ottobre al 31 ottobre 2017
Mia D. Suppiej, Valentina Nascimben, Stefan Nestoroski, Mauro Piccinini, Luca Resta Davor Suker, The Serialist
Centro Documentazione Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro
Via Paolo Emilio 28, Roma
Info: tel. 06 3243513, email info@centroluigidisarro.it
www.centroluigidisarro.it