Dzine (Carlos Rolon, 1970; vive a Chicago) ha origini portoricane. La sua arte è incentrata sull’immaginario periferico delle metropoli multietniche e si basa sulla cultura di strada. Grigiore e povertà fanno da sfondo a un’umanità che non rinuncia al disegno e alla musica per riscattarsi da una realtà troppo spesso dura e contraddittoria. Più che una mostra,
Bang è uno show articolato in due momenti. Un’installazione presso gli spazi della Contemporary Arts Society e un evento-performance incentrato sull’ultima opera dell’artista: il
Dnipro – custom low rider bicycle and boat sculture, inaugurato alla 52esima Biennale di Venezia, al padiglione ucraino.
Le pitture di Dzine possono essere considerate come una diretta evoluzione dell’arte dei graffiti metropolitani. Raffinate elaborazioni dalla sublime potenza visiva, rese peculiari dall’applicazione di microsfere in vetro, che conferiscono all’opera un forte effetto tridimensionale, oltre che una notevole lucentezza nei riflessi. Nei suoi ultimissimi lavori, la presenza delle microsfere compenetra i quadri e, più che ricoprirli, li ingloba all’interno di un sottile spessore traslucido e perfettamente liscio. Così la tecnica arricchisce la visione artistica come un percorso che va a ritroso dalla costruzione di un concetto alla sua messa in forma. Dzine collabora attivamente anche con numerosi dj, in un discorso di contaminazione e rielaborazione musicale senza fine.
Nell’installazione romana è possibile ri-ascoltare il tema de
La dolce vita di Fellini, utilizzato magistralmente dalla superstar giapponese Hiroshi Fujiwara per accompagnare l’opera-scultura dell’artista.
Dzine si ispira a un mondo di falsa ricchezza ostentata, dai colori forti, dai volumi esagerati e dalle potenti automobili truccate. Tutto ciò non poteva non confluire nel
Dnipro, la piccola imbarcazione che prende il nome dal più noto fiume ucraino. Celebrato anche nel giallo e nell’azzurro delle decorazioni che ne omaggiano la bandiera, a differenza degli interni barocchi, che richiamano palesemente l’ostentata opulenza delle chiese cristiane e dei paramenti delle alte cariche ecclesiastiche. Al timone, una consolle da dj che, nel corso della performance a Palazzo Brancaccio, ha visto alternarsi i musicisti Filip Wauters e Philippe $olal. Corredata di numerosi schermi al plasma che trasmettono interviste all’artista, l’imbarcazione è ancorata a una bicicletta a tre ruote, emblema della cultura asiatica, sintomo estremo di fusione tra le diverse culture e continenti.
Dzine coltiva il sogno di riunire idealmente le aspettative artistiche dei giovani di tutto il mondo, in un discorso totalizzante che coinvolga numerose forme d’espressione, fondendole tra loro in un agglomerato multiculturale. Proprio come un insieme di microsfere di vetro.