Oltre a condividere una dedizione per un mezzo ancora non troppo logoro ed abusato come il disegno, Steven Shearer, Brian DeGraw e Giles Deacon hanno alle spalle una formazione multidisciplinare ed una comune attenzione per scenari paralleli al circuito dell’arte contemporanea, come possono esserlo certe sottoculture e l’illustrazione.
Steven Shearer, trentaquattrenne canadese, si è sempre mosso per una ricerca estetica e quasi propagandistica sull’iconografia dell’heavy metal e della scena musicale glam-rock fine settanta. Ora espone una serie disegni dal timbro
Giles Deacon -illustratore e designer- si differenzia per l’uso del colore: utilizza sempre la stessa tonalità di inchiostro che varia grazie all’aiuto di alcune terre, creando all’interno di sagome animalesche forme casuali che sembrano vedute psichedeliche di microrganismi. A questi si affiancano notevoli riproduzioni di eleganti silhouette femminili, simili per certi aspetti ai lavori di Marlene Dumas, ma nell’insieme meno introspettive e più stilose.
Emblematico il lavoro di Brian DeGraw: il disegnatore americano mostra le immagini semplicemente su fogli fissati al muro, vincendo anche su un allestimento meno pretenzioso.
Espone una serie di ritratti apparentemente della stessa persona ai quali sovrappone elementi che si ripetono come in una sorta di caleidoscopico photoshop manuale; di tanto in tanto figure compaiono come messaggi politici subliminali, con il risultato di un bel caos di linee e fisionomie che rendono il lavoro affascinante e controverso.
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carola bonfili
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