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01
novembre 2007
fino al 4.XI.2007 Patrick Mimran Roma, Palazzo Venezia
roma
Una mostra che illustra “lavori recenti” e riassume “antiche ossessioni”. Tempo e Spazio al centro di una riflessione estetica che pone l’essere umano al centro. Tra manifesti pubblicitari, scale mobili giapponesi e stratificazioni storiche...
La solitudine dell’ampio scalone di Palazzo Venezia è interrotta e colmata dalle provocatorie frasi di Patrick Mimran (Parigi, 1956). I Billboard Project danno voce ai pensieri dell’artista, accompagnando il visitatore fino agli Appartamenti Barbo, dove pulsa il cuore dell’esposizione. Mentre si sale la scalinata, si ha la sensazione che non si raggiungerà un luogo fisico ma psichico, uno spazio di coscienza. Infatti, queste opere rivelano la complessità del mondo interiore di Mimran e ad esso introducono. Le installazioni indicano la volontà dell’artista di non imbrigliare il proprio lavoro all’interno di una rete di rigide categorie estetiche e falsanti giudizi. Con sottile ironia, difende la sua libertà espressiva, credendo nella capacità comunicativa della propria produzione. Per questo, in una delle opere in mostra, dichiara: Education is for teenagers not for collectors.
Al centro della riflessione di Mimran c’è l’uomo che, nonostante la sua limitatezza, proviene dall’infinito e all’infinito tende. Con un incedere compulsivo, il video The Rhythm of time ci ricorda che dal Sole proveniamo e ad esso ritorneremo. La maschera solare indossata dalla donna presente nel montaggio ci rammenta la nostra antica somiglianza con il luminoso astro, troppo spesso dimenticata durante il faticoso peregrinare su questa Terra. Pertanto, le gigantografie di Tokio dedicate alle scale mobili invitano il riguardante a salire nella giusta direzione.
L’uomo moderno è il prodotto di una lenta trasformazione attraverso i secoli e le generazioni. Nessun luogo meglio di Roma si presta a illustrare tale concetto. Nelle fotografie che rappresentano la città, Mimran mostra come ogni barriera spazio-temporale sia infranta; passato e presente convivono, contenendo in embrione i germi futuri.
A Roma, interiorità ed esteriorità dialogano, spontaneamente inserite in un meraviglioso contesto. Secondo l’artista, Roma è ancora degna di essere appellata patria dell’anima e dimora ritrovata. Come fu per Goethe, tre secoli fa.
Al centro della riflessione di Mimran c’è l’uomo che, nonostante la sua limitatezza, proviene dall’infinito e all’infinito tende. Con un incedere compulsivo, il video The Rhythm of time ci ricorda che dal Sole proveniamo e ad esso ritorneremo. La maschera solare indossata dalla donna presente nel montaggio ci rammenta la nostra antica somiglianza con il luminoso astro, troppo spesso dimenticata durante il faticoso peregrinare su questa Terra. Pertanto, le gigantografie di Tokio dedicate alle scale mobili invitano il riguardante a salire nella giusta direzione.
L’uomo moderno è il prodotto di una lenta trasformazione attraverso i secoli e le generazioni. Nessun luogo meglio di Roma si presta a illustrare tale concetto. Nelle fotografie che rappresentano la città, Mimran mostra come ogni barriera spazio-temporale sia infranta; passato e presente convivono, contenendo in embrione i germi futuri.
A Roma, interiorità ed esteriorità dialogano, spontaneamente inserite in un meraviglioso contesto. Secondo l’artista, Roma è ancora degna di essere appellata patria dell’anima e dimora ritrovata. Come fu per Goethe, tre secoli fa.
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Patrick Mimran – Recent works and old obsessions
a cura di Alessandra De Bigontina
Palazzo Venezia
Via del Plebiscito, 118 – 00186 Roma
Orario: tutti giorni ore 10-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 3478528996; museopalazzovenezia@tiscalinet.it
[exibart]
un artista completamente inutile ma con una gran barca di soldi alle spalle… che si fa?