Come sottolinea Villari, nel suo riferimento alla letteratura, nel catalogo della mostra, molti tra gli artisti hanno sentito la necessità di raccontare del Diavolo. Ed in fondo è propria dell’essere umano la curiosità verso il lato oscuro delle cose, che corrisponde forse al tentativo di scandagliare gli angoli più reconditi del proprio essere, sino a confrontarsi, con la figura più tenebrosa, temibile e forse tra le più affascinanti.
Il Diavolo di Mario Ceroli è un’entità sempre al nostro fianco, avviluppante, avvolgente, e per questo egli lo raffigura come un vortice caldo, dai diversi toni di rosso. La sua figura è per sua stessa natura negativa, crudele anche se lusinghiera e delicata all’inizio, nelle sue tentazioni, allora l’artista nel ritrarla ha scelto di usare la carta vetrata, che provoca quasi un dolore al tatto, che graffia, ma lo fa leggermente, con dolcezza.
Le opere in mostra sono tagli su carta vetrata rossa o nera, dalle linee pulite, semplici ma capaci di rendere la profondità sulla superficie piatta del foglio, e pastelli dai colori caldi ed accesi.
E proprio il rosso e il nero – i colori dell’inferno – sono i toni predominanti nella galleria; sono il nero delle tenebre ed il rosso delle fiamme mimate dall’unica grande scultura lignea al centro della sala: il Diavolo e la Diavolessa, abbracciati, si sviluppano in altezza come lingue infuocate, calde, vibranti nel colore e nel calore, nel movimento reso dalle listarelle di legno (le stesse delle Talebane viste
La mostra alla 2RC ci presenta, così, l’ultima produzione dell’artista che prosegue per il suo cammino in un tentativo di continua evoluzione.
Le opere esposte ricordano, soprattutto per l’uso della carta, i lavori visti la scorsa primavera alla Calcografia, perché da quelli Ceroli sembra esser partito per elaborare qualcosa di nuovo, per sperimentare altri territori, come la carta vetrata, mantenendo sempre fede, però, alla propria – forte – identità artistica.
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federica la paglia
mostra vista il 13 dicembre 2002
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bellissimo articolo, brava fede, cercherò di andare a vedere la mostra questo week end!