I maiali sono gli animali più adatti per verificare gli effetti dei proiettili di ultima generazione su un essere vivente. È proprio da questa sperimentazione, tuttora praticata, come testimonia il rapporto The Military’s War on Animals dell’associazione americana PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), che trae spunto Pig, la prima personale a Roma di Perino&Vele (Emiliano Perino, New York 1973 e Luca Vele, Rotondi – Avellino 1975).
I due artisti, che in questi anni, con un lavoro estremamente coerente, hanno denunciato con forza la tragedia della tortura sia sugli uomini che sugli animali, hanno ammesso, con l’ironia che li contraddistingue, di aver voluto infliggere anche al visitatore una lieve tortura. Nella prima sala della galleria infatti, è stata realizzata un’installazione site specific dal titolo: Giovanni, Mimmo, Ciro, Francesco, Alessandro, Nicola, Giuseppe, Paolo, Mario. Nove trapunte colorate in cartapesta, appese a fili d’acciaio di diversa altezza, costringono a varie contorsioni per potervi passare attraverso. Sono le coperte che hanno riparato e protetto i maiali di cui riportano il nome, prima che venissero uccisi da raffiche di proiettili i cui fori sono ben evidenti. Superato il percorso ad ostacoli della prima sala, il visitatore si affaccia nella seconda, dove sulla parete di fondo appare un’altra coperta bucata dalle pallottole con impresso un bersaglio: è ancora ben evidente la forma dell’animale che l’aveva indosso. Sulla parete di fronte una saracinesca sembra doversi aprire da un momento all’altro e mostrarci il militare armato pronto a sparare, tanto c
I materiali usati per realizzare le coperte di questa installazione, sono, come di consueto, la cartapesta e il ferro zincato per le strutture di sostegno. Le opere di Perino&Vele, spesso di grandi dimensioni, vengono in massima parte realizzate nello studio che i due artisti hanno a Rotondi in provincia di Avellino, un prefabbricato recuperato dai terremotati degli anni ’80, dove per produrre le notevoli quantità di cartapesta di cui hanno bisogno, Perino&Vele si sono costruiti un grande frullatore in grado di contenere fino a 200 litri d’acqua e in cui viene impastata la carta dei principali quotidiani nazionali. Ecco da dove provengono i particolari colori delle sculture: rosa dalla Gazzetta dello Sport, beige dal Sole 24 Ore, giallo da Italia Oggi e varie sfumature di grigio per altre testate. E così gli artisti campani comunicano macinando e trasformando una materia che è essa stessa l’essenza della comunicazione.
articoli correlati
Perino&Vele in mostra a Napoli
Personale a Torino
pierluigi sacconi
mostra visitata il 30 novembre 2006
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Visualizza commenti
complimenti per la recensione!!
ma sono veramente bravi????
ah non erano scomparsia allora!!
bellissima mostra, complimenti V.M.21..cosi giovani..cosi forti
ma pe' piacere