Molteplici sguardi che cercano nella mente il ricordo ancora vivo di un solo soggetto indimenticabile,
Toti Scialoja (Roma, 1914-1998). Sono gli occhi di una ventina di artisti -da
Antonella Abbatiello ad
Adrian Tranquilli, passando per
Bizhan Bassiri,
Gianni Dessì e
Jannis Kounellis– che scrutano in un girotondo di tele e piccole sculture. Negli spazi della galleria, le opere dialogano raccontando ognuna un segmento di vita vissuta accanto a Scialoja.
Ecco allora i colori scuri e intensi di
Piero Pizzi Cannella, che in
Le notti a parlare di Goya (2007-2008) rievoca, attraverso i tratti stilizzati di tanti visi enigmatici, le mitiche discussioni spese col maestro sul pittore spagnolo; o le larghe pennellate di
Giosetta Fioroni con
Rapide e lente amnesie, che sembrano far sentire il rumore profumato delle onde del mare, quel mare scuro e impenetrabile dell’arte di Scialoja.
Affascinante nel suo arrendersi all’astrattismo,
Domenico Bianchi modella il candore della cera attraverso venature di nero in
Senza titolo (2007), mentre
Carlo Battaglia omaggia la scoperta del nuovo continente grazie a Scialoja con la coloratissima tela
Piccola Oceania americana (1981).
Nessuno ha ripreso nello specifico il tratto del maestro e amico romano, ma in ognuno si ritrova la stessa urgenza nell’approccio all’opera. Scialoja, che all’Accademia di Belle Arti di Roma è stato docente di molti di questi artisti, ha avuto infatti l’umiltà durante i quasi cinquanta anni di attività artistica di trovare, prima per se stesso e poi per gli altri, modelli e riferimenti sempre nuovi a cui tendere idealmente una mano, per poi dare loro un’interpretazione inedita. Attraverso il confronto continuo con gli intellettuali e gli artisti dell’epoca, grazie ai significativi viaggi in America (nel 1956 e nel 1960) e al lungo soggiorno a Parigi, Scialoja ha elaborato un linguaggio originale non soltanto nella pittura, astratta e completamente libera, ma anche nella poesia, con un uso magico ed evocativo della parola, e nella scenografia per il teatro.
Il rigore morale con cui ha affrontato il gesto artistico, qualunque esso fosse, è sempre stato sintomo, prima di qualsiasi considerazione ulteriore, di grande rispetto nei confronti dell’arte. Ecco perché, ancora oggi, amici e allievi si ritrovano in una galleria nel cuore di Roma a celebrarlo. Quadri e parole per rendere omaggio a chi ha saputo loro insegnare la vita, ma con cui ha soprattutto condiviso l’emozione artistica.