Un omaggio a Roma. Questa sembra essere, ad un primo sguardo, la ratio ed il filo conduttore della mostra dedicata alla Città Eterna dalle Scuderie del Quirinale e dalla storica agenzia fotografica fiorentina dei Fratelli Alinari.
Passeggiando per le sale, però, ci si rende conto che più che raccontare la città, con quest’evento si è voluto offrire un vero e proprio spunto di riflessione sui mutamenti intervenuti nel corso di un secolo e mezzo. Cambiamenti della città e dei suoi abitanti –riflesso di rivolgimenti storici, politici e sociali– che hanno condotto all’attuale assetto urbanistico.
Le fotografie presentate –in un percorso articolato in sei sezioni e che si chiude con l’esposizione di 12 lastre originali inedite– sono per lo più riproduzioni o stampe moderne da negativo originale, ma non mancano foto originali, vintage prints, tutte
Si parte dalle immagini di antiche vestigia, spesso vissute nel più tradizionale disincanto romano, che trasforma in stenditoi la Rupe Tarpea o in orto coltivato a grano il Circo Massimo, così come appare nella Veduta dal Palatino di Gioacchino Altobelli (1870 ca.); si passa poi per il fascino un po’ decadente della città ottocentesca, fino ad arrivare alle suggestioni della Terza Roma (1870-1915), terza dopo quella dei Cesari e dei papi, come la definisce Corrado Augias nel testo d’accompagnamento.
Scene della campagna romana e scorci di vita quotidiana ci mostrano una città che non esiste più: Piazza San Pietro con il Borgo nel 1910 circa, Piazza Navona sotto l’acqua o ancora Vedute del Tevere senza gli argini, come in una fotografia del 1890 dei Fratelli D’Alessandri.
Alla fine del percorso l’indagine su com’eravamo assume una veste diversa, diventa il parallelo tra Passato e Presente che fa da titolo della mostra, con le immagini scattate oggi da George Tatge. Negli stessi luoghi e con la stessa prospettiva di quelle dei fotografi dei due secoli scorsi. Operazione forse suggestiva, ma sicuramente banaluccia.
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