17 maggio 2011

Fino al 5.VI.2010 Fotograffiti 1996-2008 di Sergio Fasciani Galleria Doozo

 
Sushi e fotografie, pardon, fotograffiti, da gustare in un ingresso accogliente ed elegante, tra giochi di luce bianca su fondi scuri e librerie di letteratura made in japan. In galleria il progetto di Fasciani…

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Segni luminosi su fondo nero iscrivono delle figure solo in apparenza senza senso; alcuni zoomorfi, altri rassomiglianti ali, sedie, tavolini e spirali. Dietro si intravedono dei volti. Eppure anche questi, non sono del tutto anonimi. Si tratta, infatti, di ritratti fotografici di artisti che lievemente emergono dietro i loro “graffiti” di luce. Sembra quasi una metafora dell’opera d’arte: carica di energia che l’artista imprime nello spazio e nel tempo; il riflesso del creatore si intravede dietro di essa. Sono in 25 gli artisti ritratti che  Sergio Fasciani (Roma, 1956) ha coinvolto in questo progetto, esposti uno accanto all’altro su tavole nere all’ingresso della Galleria Doozo. Sotto ciascuna opera i nomi scritti in bianco dei ritratti di artista, come quelli di Betta Benassi, di Bruno Ceccobelli, e di tutti i protagonisti della scuola romana degli anni ’90 con cui Fasciani ha  già collaborato, e che si identificano in forme luminose, icone, ciascuna peculiare alla personale produzione di ognuno. La prima mostra Fotograffiti risale al 1996 presso lo spazio d’arte Zoe a S.Lorenzo a Roma. 

Sergio Fasciani, Paolo Canevari, fotografia analogica 1996

Il termine è diventato un marchio di fabbrica per identificare la produzione di Sergio Fasciani. Le sue foto sono frutto di un ben elaborato quanto lento meccanismo, quasi chimico, che permette di mescolare tempo e spazio. Il processo tecnico può richiedere anche  diverse ore di esposizione. Essenzialmente Fasciani lascia l’obiettivo aperto, mentre gli artisti scrivono o disegnano al buio, usando non una semplice matita, bensì una lampadina tascabile; successivamente, si illumina il loro volto per imprimerlo nella carta fotografica. Quando l’obiettivo è lasciato aperto, si crea una sorta di scia: è la luce (fotos) che velocemente lascia nello spazio scuro un segno e da vita ai Fotograffiti. Come si può leggere nel comunicato stampa incorniciato in galleria, ricordano le sperimentazioni di Picasso nel documentario di Paul Haesaerts in cui l’artista dipinge sul vetro e sembra essere circondato dalle proprie creazioni. 


Fotograffiti di Sergio Fasciani, fotografie analogiche 1996


Probabilmente l’illuminazione del locale non permetterà di cogliere al massimo i segni bianchi sul nero che fa da sfondo perché vi si ritroveranno riflesse le luci delle lanterne a forma di parallelepipedo collocate a muro sopra quasi tutte le foto; un piccolo disturbo visivo con effetto a specchio. In basso, invece, sono collocate quattro teche scure con esposte alcune pagine aperte del catalogo Fotograffiti redshift 1996-2008. Una graziosa particolarità: al centro della sala d’ingresso della galleria è esposto su tre file un mercatino di libri usati giapponesi i cui proventi saranno devoluti a favore della popolazione colpita dal sisma e dallo tsunami. 

gemma pranzitelli

mostra visitata il14 maggio 2011

Dal 7 aprile al 5 giugno 2011 

Fotograffiti (1996-2008) di Sergio Fasciani

Galleria Doozo via Palermo 51/53, Roma

Orari galleria: dal martedì al sabato 12-22

Ingresso: libero

tel 064815655 email info@doozo.it

www.doozo.it

Ufficio Stampa Cristina Nisticò Press Agent / mob +393391527127 / cristinanist.press@gmail.com

Artisti con involti: Claudio Abate, Betta Benassi, Paolo Canevari, Bruno Ceccobelli, Marco Colazzo, Gianni Dessì, Stefano Di Stasio, Rossella Fumasoni, Paola Gandolfi, Nino Giammarco, Felice Levini, H.H. Lim, Giancarlo Limoni, Nunzio, Claudio Palmieri, Anna Paparatti, Claudia Peill, Piero Pizzicannella, Oliviero Rainaldi, Barbara Salvucci, Sergio Sarra, Marco Tirelli, Adrian Tranquilli, H. Robin Kennedy

Catalogo a cura di: Sergio Fasciani e Galleria Doozo con testi di Carlotta Monteverde e Cristina Nisticò

[exibart]

 

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