Segni luminosi su fondo nero iscrivono delle figure solo in apparenza senza senso; alcuni zoomorfi, altri rassomiglianti ali, sedie, tavolini e spirali. Dietro si intravedono dei volti. Eppure anche questi, non sono del tutto anonimi. Si tratta, infatti, di ritratti fotografici di artisti che lievemente emergono dietro i loro “graffiti” di luce. Sembra quasi una metafora dell’opera d’arte: carica di energia che l’artista imprime nello spazio e nel tempo; il riflesso del creatore si intravede dietro di essa. Sono in 25 gli artisti ritratti che Sergio Fasciani (Roma, 1956) ha coinvolto in questo progetto, esposti uno accanto all’altro su tavole nere all’ingresso della Galleria Doozo. Sotto ciascuna opera i nomi scritti in bianco dei ritratti di artista, come quelli di Betta Benassi, di Bruno Ceccobelli, e di tutti i protagonisti della scuola romana degli anni ’90 con cui Fasciani ha già collaborato, e che si identificano in forme luminose, icone, ciascuna peculiare alla personale produzione di ognuno. La prima mostra Fotograffiti risale al 1996 presso lo spazio d’arte Zoe a S.Lorenzo a Roma.
Il termine è diventato un marchio di fabbrica per identificare la produzione di Sergio Fasciani. Le sue foto sono frutto di un ben elaborato quanto lento meccanismo, quasi chimico, che permette di mescolare tempo e spazio. Il processo tecnico può richiedere anche diverse ore di esposizione. Essenzialmente Fasciani lascia l’obiettivo aperto, mentre gli artisti scrivono o disegnano al buio, usando non una semplice matita, bensì una lampadina tascabile; successivamente, si illumina il loro volto per imprimerlo nella carta fotografica. Quando l’obiettivo è lasciato aperto, si crea una sorta di scia: è la luce (fotos) che velocemente lascia nello spazio scuro un segno e da vita ai Fotograffiti. Come si può leggere nel comunicato stampa incorniciato in galleria, ricordano le sperimentazioni di Picasso nel documentario di Paul Haesaerts in cui l’artista dipinge sul vetro e sembra essere circondato dalle proprie creazioni.
Probabilmente l’illuminazione del locale non permetterà di cogliere al massimo i segni bianchi sul nero che fa da sfondo perché vi si ritroveranno riflesse le luci delle lanterne a forma di parallelepipedo collocate a muro sopra quasi tutte le foto; un piccolo disturbo visivo con effetto a specchio. In basso, invece, sono collocate quattro teche scure con esposte alcune pagine aperte del catalogo Fotograffiti redshift 1996-2008. Una graziosa particolarità: al centro della sala d’ingresso della galleria è esposto su tre file un mercatino di libri usati giapponesi i cui proventi saranno devoluti a favore della popolazione colpita dal sisma e dallo tsunami.
gemma pranzitelli
mostra visitata il14 maggio 2011
Dal 7 aprile al 5 giugno 2011
Fotograffiti (1996-2008) di Sergio Fasciani
Galleria Doozo via Palermo 51/53, Roma
Orari galleria: dal martedì al sabato 12-22
Ingresso: libero
tel 064815655 email info@doozo.it
www.doozo.it
Ufficio Stampa Cristina Nisticò Press Agent / mob +393391527127 / cristinanist.press@gmail.com
Artisti con involti: Claudio Abate, Betta Benassi, Paolo Canevari, Bruno Ceccobelli, Marco Colazzo, Gianni Dessì, Stefano Di Stasio, Rossella Fumasoni, Paola Gandolfi, Nino Giammarco, Felice Levini, H.H. Lim, Giancarlo Limoni, Nunzio, Claudio Palmieri, Anna Paparatti, Claudia Peill, Piero Pizzicannella, Oliviero Rainaldi, Barbara Salvucci, Sergio Sarra, Marco Tirelli, Adrian Tranquilli, H. Robin Kennedy
Catalogo a cura di: Sergio Fasciani e Galleria Doozo con testi di Carlotta Monteverde e Cristina Nisticò
[exibart]
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