Serie diversificata e doppia scalarità, funzionalità degli oggetti nonché uso marcato del colore, e poi grande femminilità. Il design di Gaetano Pesce è tutto questo ma non solo. Colorato, giocoso e ironico indaga sulla forza emotiva dei materiali e delle forme, e lo fa senza soffermarsi all’aspetto ma sui processi che li sottendono.
Per scoprire cosa c’è di bello nel design bisogna, intanto, sapere che il Bello è un concetto fluido e dinamico, secondo Pesce, cambia nel tempo ma se applicato al design tocca lo statuto dell’arte. Quando? Solo quando gli oggetti instaurano un vero rapporto tra forma e funzione.
La retrospettiva presenta pezzi unici, fuori dal fenomeno del clone contemporaneo, ed è curata da Gianni Mercurio e Domitilla Dardi.
Il tragitto si snoda in sette sezioni: Non standard, Persona, Luogo, Difetto, Paesaggio, Corpo, Politica attraverso le quali ribalta completamente il concetto di design. Non c’è più scambio tra riproduzione industriale e perfezione ma proprio del difetto, dell’imperfezione, Pesce ne ha fatto la sua ricerca. Dell’unicità, la sua battaglia.
In mostra, grandi capolavori come la Greene Street Chair con le 8 gambe flessibili per farla camminare, la lampada Moloch, il tavolo Sansone, e soprattutto i mobili della serie Nobody’s Perfect intendono esibire la perfezione imperfetta del grande designer chiamato “l’uomo di schiuma”, di cui è proprio la perfezione a far morire di noia.
Il design produce un oggetto unico e difettoso , interessante tanto quanto un individuo..
Il perno intorno al quale ruota la sua ricerca, è l’abbandono della ripetizione e della noia. Unici, simbolici sono oggetti che della grazia femminile, prendono corpo. Ogni volta però il corpo non è legato alla schiavitù della bellezza, piuttosto prevale il femminino originario.
Una profezia? Secondo Pesce, il futuro è donna. Perché è morbido, multitasking come il design.
E l’architettura? Deve essere up to date, è arretrata se resta solo un mezzo che interpreta il luogo. L’accento si deve mettere sullo spirito, il sensoriale, la tattilità, perché l’opera è viva, non si offre come una cosa pronta, ben patinata o utile allo scatto di una fotografia. Nel mare di Pesce, occorre quasi dargli un indice di consunzione, di vissuto, addirittura di sporco, a volte
Gli oggetti diventano interessanti solo quando instaurano una relazione col nostro quotidiano, se abitano nella nostra giornata, la nostra casa.
Una UP 5&6, l’iconica sedia a forma di donna esuberante ma morbida e la grande palla (un poggiapiedi) adiacente simboleggiano la schiavitù. L’oggetto, il design perciò è una metafora, che in questo caso trasmette il peso della condizione femminile, segno che non è cambiata, anzi addirittura peggiorata.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 9 luglio
Dal 23 giugno al 5 ottobre 2014
Gaetano Pesce, Il tempo delle diversità
Maxxi, via Guido Reni, 4 a
Orari: Orari di apertura
mar-merc-giov-ven-dom 11.00-19.00
sab 11.00-22.00