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01
dicembre 2009
Non si può certo dire che l’installazione site specific di
Mr. B.R.A. non
colpisca l’attenzione di chi guarda. A dir la verità, ciò che si prova sin dai
primi minuti è un senso di repulsione, di rifiuto. Poi però, quasi senza una
spiegazione, le cose iniziano a cambiare. Ma andiamo con ordine.
Mr B.R.A. non è nient’altro che un autore fittizio, che ne
cela però altri due, ossia Marek Kvetan (Piestany, 1977; vive a Bratislava) e Richard
Fajnor (Skalica,
1965; vive a Brno), proprio perché nato dalla combinazione di due campioni
della loro pelle. Gli inizi della collaborazione fra Kvetan e Fajnor risalgono
al 2002, quando, in un appartamento a Bratislava, nacque per la prima volta il
progetto legato a Mr. B.R.A..
Dopo aver studiato della loro creatura dapprima la vita
quotidiana, poi i gesti artistici, poi ancora la parte razionale e quella
irrazionale, oggi i due artisti si sono spinti se possibile più in là, verso
l’atto stesso della creazione. Un team di biologi li ha aiutati a creare in
laboratorio Mr. B.R.A., nome emblematico se si considera che in slovacco ‘bratri’ significa proprio fratelli.
Un collage biologico, quello che dà vita al nuovo
“soggetto”, realizzato attraverso un processo di “creazione” che il materiale
video della mostra documenta integralmente: innanzitutto il prelievo della
pelle – fra anestesia, bisturi e pinze -, poi la coltivazione in laboratorio,
fino alla nascita di questo alter ego dei due autori. Oltre ai campioni del
materiale biologico presenti in una scatola trasparente, la presenza di Mr.
B.R.A. “trasuda” letteralmente anche dalle pareti della galleria, dal momento
che sono coperte da una soluzione composta con le cellule di pelle nuova.
Mr. B.R.A. pervade tutto con la sua presenza: gli oggetti,
l’aria, ogni cosa comunica che lui “è”. Del resto, non è la pelle l’organo più
resistente del corpo umano, quello che protegge l’essenza dell’uomo e contiene
le informazioni genetiche del Dna? Non è forse grazie alla pelle che il corpo
resiste a tutte le aggressioni che provengono dall’esterno? È come se questo
progetto sperimentale, nel suo continuo mettere in mostra l’intero processo
artistico, fosse esso stesso un enorme punto interrogativo dagli esiti
indefiniti, così come indefinita (e in continuo divenire) è l’identità del suo
(suoi?) autore.
Bizzarri, sfacciati, ma senza dubbio acuti nella loro
analisi del rapporto fra arte e società, Kvetan e Fajnor, attraverso Mr. B.R.A.,
cercano infatti di proporre una nuova interpretazione di quali debbano essere i
criteri di valutazione di un’opera, e di quali siano i valori che regolano il
comportamento individuale e collettivo.
Senza mai dimenticare, ovviamente, l’importanza
cruciale del rapporto fra autore, opera e fruitore.
Mr. B.R.A. non
colpisca l’attenzione di chi guarda. A dir la verità, ciò che si prova sin dai
primi minuti è un senso di repulsione, di rifiuto. Poi però, quasi senza una
spiegazione, le cose iniziano a cambiare. Ma andiamo con ordine.
Mr B.R.A. non è nient’altro che un autore fittizio, che ne
cela però altri due, ossia Marek Kvetan (Piestany, 1977; vive a Bratislava) e Richard
Fajnor (Skalica,
1965; vive a Brno), proprio perché nato dalla combinazione di due campioni
della loro pelle. Gli inizi della collaborazione fra Kvetan e Fajnor risalgono
al 2002, quando, in un appartamento a Bratislava, nacque per la prima volta il
progetto legato a Mr. B.R.A..
Dopo aver studiato della loro creatura dapprima la vita
quotidiana, poi i gesti artistici, poi ancora la parte razionale e quella
irrazionale, oggi i due artisti si sono spinti se possibile più in là, verso
l’atto stesso della creazione. Un team di biologi li ha aiutati a creare in
laboratorio Mr. B.R.A., nome emblematico se si considera che in slovacco ‘bratri’ significa proprio fratelli.
Un collage biologico, quello che dà vita al nuovo
“soggetto”, realizzato attraverso un processo di “creazione” che il materiale
video della mostra documenta integralmente: innanzitutto il prelievo della
pelle – fra anestesia, bisturi e pinze -, poi la coltivazione in laboratorio,
fino alla nascita di questo alter ego dei due autori. Oltre ai campioni del
materiale biologico presenti in una scatola trasparente, la presenza di Mr.
B.R.A. “trasuda” letteralmente anche dalle pareti della galleria, dal momento
che sono coperte da una soluzione composta con le cellule di pelle nuova.
Mr. B.R.A. pervade tutto con la sua presenza: gli oggetti,
l’aria, ogni cosa comunica che lui “è”. Del resto, non è la pelle l’organo più
resistente del corpo umano, quello che protegge l’essenza dell’uomo e contiene
le informazioni genetiche del Dna? Non è forse grazie alla pelle che il corpo
resiste a tutte le aggressioni che provengono dall’esterno? È come se questo
progetto sperimentale, nel suo continuo mettere in mostra l’intero processo
artistico, fosse esso stesso un enorme punto interrogativo dagli esiti
indefiniti, così come indefinita (e in continuo divenire) è l’identità del suo
(suoi?) autore.
Bizzarri, sfacciati, ma senza dubbio acuti nella loro
analisi del rapporto fra arte e società, Kvetan e Fajnor, attraverso Mr. B.R.A.,
cercano infatti di proporre una nuova interpretazione di quali debbano essere i
criteri di valutazione di un’opera, e di quali siano i valori che regolano il
comportamento individuale e collettivo.
Senza mai dimenticare, ovviamente, l’importanza
cruciale del rapporto fra autore, opera e fruitore.
marzia apice
mostra visitata il 18 novembre
2009
dal 17 novembre al 5 dicembre 2009
Mr B.R.A. – 3.9.
a cura di Lydia Pribisova
Studio Trisorio
Vicolo delle Vacche, 12 (zona piazza Navona) – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 16-20
Ingresso libero
Info: tel./fax. +39 0668136189; roma@studiotrisorio.com;
www.studiotrisorio.com
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