-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 6.XI.2004 Martin Parr – Common Sense Roma, Studio Trisorio
roma
Ciambelle fritte e brioche rosa confetto, unghie laccate, rossetti vermiglione (ma su sorrisi assolutamente imperfetti). E slip a stelle e strisce, sandali di plastica e glitter. Un’apoteosi delirante del cattivo gusto. E del (non) senso comune…
E’ come una lente d’ingrandimento al vetriolo, l’obiettivo del celebratissimo Martin Parr (Epsom, Regno Unito, 1952), il più british dei fotografi contemporanei. Una lente che si muove rapida e sicura, catturando e mostrando con uno sguardo impietoso e sarcastico i dettagli dell’occidente evoluto, globalizzato e standardizzato: confezionato e bell’e pronto, come cibo da supermarket
La serie Common Sense, cui appartengono le immagini esposte, è un lavoro a cui Parr inizia a dedicarsi già da metà degli anni novanta: a prima vista una raccolta di fotografie coloratissime, notazioni divertenti e beffarde sui paradossi dell’occidente contemporaneo, colte con scanzonata ironia. Ma come nella migliore tradizione del vero humor inglese, nulla è mai gridato e mai sopra le righe. Così lontano dalle trasgressioni della sostenutissima Young British Art, quella di Parr è un’operazione solo apparentemente leggera: la sua antologia estetica di cibi industriali, dollari e popcorn è un divertissement visivo che ben presto si fa amaro e trasforma rapidamente il sorriso iniziale in repulsione, penosa consapevolezza della decadenza estetica contemporanea che è espressione di una più ampia decadenza morale e culturale.
I suoi inconfondibili cani mascherati, i cibi incellophanati dai colori improbabili, i volti dai maquillage dozzinali, diventano così il lucido specchio del paradosso culturale del nostro tempo e ritraggono con disincantata evidenza la mancanza di gusto in cui affondano le vite comuni. Mettendo alla berlina, inesorabilmente, la cultura artificiale -e artificiosa- del fabbricato-in-serie, la mediocrità –per nulla aurea- dell’estetica strabordante e appariscente della società dei consumi.
In questa realtà caotica e artefatta, la fotografia, sempre in presa diretta e tratta dal vissuto, si dà al contrario come un punto d’osservazione nitido sul mondo: fedele alla sua origine di fotografo-documentarista -membro dal 1994 della prestigiosa Agenzia Magnum– Parr è passato negli anni dal bianco e nero al colore, dalle abitudini borghesi della middle-class britannica all’estetica da spiaggia californiana, facendo sempre dei suoi scatti una sorta di documento del gusto e dei costumi, delle mode della società di massa e degli stili di vita del primo mondo.
Con Common Sense Martin Parr mette in scena una galleria dolce amara: più che il senso comune è il non-senso comune a farla da padrone, in un resoconto ironico e critico della realtà, tra telefonini, chewing-gum, parrucche, dolciumi e colori sgargianti. Tutti raccolti nel mondo-salvadanaio che, emblematicamente, fa da copertina all’omonimo volume.
emilia jacobacci
mostra visitata il 29 settembre 2004
Martin Parr – Common Sense
Studio Trisorio
vicolo delle Vacche 12 angolo Piazza del Fico (Piazza Navona), Roma
martedì –sabato, 16:00–20:00
tel./fax: 06 68136189
trisorioroma@libero.it – www.studiotrisorio.com
[exibart]