Otto sezioni per raccontare quel fantastico mondo che era la vita di campagna negli anni del Barocco e del Manierismo. Dopo il grande successo avuto fino al 16 luglio al Castello di Belgioioso (PV), la mostra “I Piaceri della Vita di Campagna nell’arte tra il XVI al XVIII secolo” approda in un’altra splendida dimora “di campagna”: Palazzo Chigi di Ariccia, per secoli residenza estiva della nobil famiglia senese.
Modificata per circa un terzo rispetto all’esposizione pavese, la mostra presenta alcune opere della collezione del Palazzo mai esposte al pubblico come la “Veduta di Nettuno dal Porto di Anzio” di Pandolfo Reschi o alcuni panorami sui feudi Chigi di Michelangelo Pace detto “il Campidoglio” capostipite del “genere misto” che poi tanto sviluppo ebbe nel settecento.
La prima sezione (capolavori del Garofolo e del Palma) è dedicata alla figura dell’uomo che, seppur collocata in un sublime ambiente campestre, viene da questo esaltata e posta in posizione centrale.
La sezione seguente racconta tutto quel vasto corpus delle attività di intrattenimento che allietavano la vita dei signori durante la permanenza nei loro feudi: banchetti, tornei, balli, spettacoli teatrali e soprattutto la caccia, intrattenimento principale e protagonista delle sezioni dalla quinta all’ottava. Tra queste ultime sale di Palazzo Chigi, dedicate alla caccia ed agli animali, trova posto un’amplissima raccolta di armi appartenute alla famiglia Odescalchi e conservate a Roma nel museo di Palazzo Venezia.
Ancora una volta il Palazzo Chigi di Ariccia ospita un’esposizione che al grande respiro nazionale ed internazionale unisce l’incredibile ed importantissima valenza locale. Il Parco del Palazzo e le abitudini stesse della nobil famiglia evidenziano e ripercorrono tutti i temi della mostra: nelle principali dimore di campagna dei Chigi (il Palazzo di Ariccia e Cetinale, nella campagna senese) avveniva la sintesi di quanto è raccontato dalle 85 tele in mostra.
Il Parco di Ariccia era un’eccezionale riserva di caccia: obbligatoriamente non si doveva toccar niente, non abbattere un albero e nemmeno asportare quelli caduti, tutto nel massimo rispetto dell’ambiente. Spettacoli teatrali venivano allestiti all’interno ed all’esterno della dimora.
Al Cetinale – capolavoro di Carlo Fontana voluto da Flavio Chigi, nipote di Papa Alessandro VII e cardinale innamorato delle arti e della bella vita – si svolgeva addirittura il celebre Palio che, per occasioni speciali e su personale richiesta del Chigi, abbandonava la tradizionale sede di Piazza del Campo. Se ad Ariccia c’era il Parco a Cetinale era stata progettata una Tebaide o parco sacro come era alla moda in quegli anni…
Quale è la differenza, oggi, tra questi due paradisi di campagna? Il Palazzo di Ariccia ospita esposizioni, concerti, manifestazioni di incredibile significato culturale, le sale ed il parco sono visitabili e vissute dalla popolazione tanto che il Comune vi officia i matrimoni civili. Cetinale, ecco la differenza, è stato venduto ad un privato e la Tebaide è abbandonata e preda dei rovi.
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