Era il ‘39 quando Heinz Berggruen acquistava a Chicago un acquerello di Klee per 100 dollari. Era il primo pezzo di una collezione destinata ad ampliarsi, il primo gesto d’amore nei confronti di un artista cui in seguito avrebbe dedicato numerose mostre e pubblicazioni. Oggi la collezione Berggruen è divisa tra alcuni dei più importanti musei del mondo; la mostra di Roma diventa così un’occasione unica per ammirare il percorso particolare di un artista e del suo collezionista (i due, come a volte succede, non si incontrarono mai).
Il colore fa da prorompente protagonista. Paul Klee (Münchenbuchsee, 1879 – Muralto, 1940), come Delacroix prima di lui, lo “scopre” nelle calde e sensuali terre africane e ne viene subito posseduto. Tanto da dichiarare nel suo diario del 1914: “Io e il colore siamo una cosa sola. Sono un pittore”. L’allestimento studiato da Giuliano Spinelli contribuisce a questa sensazione di “immersione” nei toni caldi dell’artista e nel suo leggero tratto acquerellato, puntando su un ambiente buio da cui emergono solo le opere e i cartellini.
Si intraprende così un percorso iniziatico, che dalle opere dei primi anni Dieci porta a quelle degli anni Trenta, partendo da un linguaggio di stampo cezanniano e cubista per approdare a forme del tutto originali, non immuni però da influenze surrealiste e soprattutto massoniane. Ne sono esempio gli acquerelli Su e giù (1932) e Bisogno in tempo di carestia (1940), dai titoli enigmatici, e dall’immaginario à la Petit Prince, disegni “automatici” dalla carica infantile e profetica al tempo stesso.
Di grande rilievo la collezione degli anni Venti, periodo in cui Klee approda al Bauhaus, sotto la direzione di Johannes Itten. L’ambiente è stimolante, si discute dell’uomo come connubio di fisicità e spiritualità e si ricerca l’essenza dell’energia creatrice, caposaldo della speculazione teorica di Klee quanto di Vasilij Kandinskij. I due artisti, insieme già ai tempi del Blaue Reiter, sono accomunati da una ricerca che parte dalla realtà per poi trascenderla, puntando ad una
Anche l’assimilazione della decostruzione cubista assume una declinazione più personale e introspettiva, lontana dal razionalismo cui invece approderà Piet Mondrian negli stessi anni e partendo dalle stesse premesse.
Il tutto contribuisce a fare dell’opera di Klee, costituita in larga misura da acquerelli di piccole dimensioni, un corpus che sfugge a qualsiasi etichetta o classificazione, aspetto che questa mostra contribuisce a mettere in evidenza. Come dimenticare le struggenti parole di Walter Benjamin, ispirate dall’Angelus Novus di Klee; l’angelo della storia ha davanti i “cocci” del passato, ma non può fermarsi a raccoglierli perché “un uragano lo spinge irrefrenabilmente verso il futuro, cui volge le spalle, mentre i cumuli di macerie gli crescono davanti sino al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”. Parole profetiche che racchiudono nostalgia per ciò che si è perso e attesa per ciò che verrà.
articoli correlati
Paul Klee. Figure e metamorfosi
Due mostre di Picasso per il decennale del Museo Berggruen di Berlino
alessandra troncone
mostra visitata il 17 ottobre 2006
Inaugura stasera, e proseguirà fino al prossimo 27 marzo, “Quello che ricordi ti salva”, prima retrospettiva di Beba Stoppani negli…
Nuovi record d’asta, nuove fiere, mostre interamente dedicate al materiale, tra musei e gallerie. La ceramica è affordable, piace e…
Beautiful Architecture Order: il neopresidente Donald Trump ha reintrodotto l’ordinanza che impone uno stile classico e pre modernista per i…
La Galleria Alfonso Artiaco saluta la sua bellissima sede a piazzetta Nilo e ritorna a Palazzo Partanna: il centro storico…
Un corso gratuito e interdisciplinare per professionisti, dedicato alla cura del verde storico: il MiC e la Scuola Nazionale del…
Al Museo della Permanente di Milano si celebrano i 60 anni di K-Way, con una mostra che riunisce gli oggetti…
Visualizza commenti
Una delle mostre meglio allestite che abbia mai visto; anche la qualità delle opere è davvero notevole; unico neo il prezzo del biglietto..
Enrico
potevano farla meglio, il prezzo non vale la mostra così molti, su mia opinione, non sono andati a vederla. 9EURO, da pazzi!