In
Limen otto9cinque, nel suo nome (il confine come luogo d’incontro e passaggio),
nella sua struttura architettonica (un cancello d’ingresso di 8,95 metri e un
ampio piazzale) c’è l’idea di aprirsi al quartiere. C’è l’idea del suo direttore,
con quella punta di visionarietà dell’organizzatore creativo, di mettere lo
spazio al servizio della gente.
La
scelta di San Lorenzo come location non è stata priva di titubanze: non è il
classico quartiere degli artisti, non è Trastevere; è un quartiere pieno di
artigiani però, dove c’è gente che “usa le mani per fare le cose”, ed è così che è scattato il
colpo di fulmine di Massimo Riposati. L’obiettivo è quello di cogliere le
intelligenze che ci sono nel quartiere, offrendo un luogo di confronto anche
con ciò che sta al di fuori di esso, con il progetto di una biblioteca dei
cataloghi delle mostre aperte in Italia e all’estero e di un archivio che
raccolga i dossier degli artisti.
Tutto
questo si coniuga comunque con un’idea di arte, con l’apprezzamento di quelle
mostre e opere che sollecitano la voglia di conoscere, che danno uno stimolo a
saperne di piĂą;
si accompagna a un’urgenza spirituale, quelle in cui si avverte un’apertura da
parte degli artisti alla lettura della propria spiritualitĂ , quelle da cui si
colgono le vibrazioni che hanno mosso la mano dell’autore.
La
presenza di tecnica e spiritualità fa sì che le opere di Bruno Ceccobelli,
Piero Pizzi Cannella, Giuseppe Gallo, Marco Tirelli, Nunzio e Gianni Dessì siano qui oggi e la ricerca di
queste due componenti può divenire un tramite per entrare in esse. In Uomo
di cosmo di Ceccobelli le si coglie nel titolo, nel
concetto e nell’utilizzo di un materiale come il legno, duro ma evocativo di
una storia di cui è impossibile rintracciare l’inizio, che scavato introduce lo
spettatore in un’apertura accogliente nella sua infinitezza.
Pizzi
Cannella propone
sfondi confusi illuminati da lampadari fantasma, con qualche ricordo di Tintoretto e qualcosa di Bacon, come inviti a sorpresa per l’ospite
che corre il rischio e ammette l’inaspettato. Nunzio con grigi Senza titolo, attraverso l’accostamento di
materiali come carta, piombo e legno, tiene sospesi fra sensazioni industriali
e astrazioni stellari.
C’è
un altro elemento che fa da cardine alle scelte artistico-organizzative di
Riposati: “Il valore dell’attraversamento diagonale”, che può sbilanciare, ma
soprattutto dĂ un senso dinamico alle cose. E allora in che cosa le opere in
mostra oggi sono diagonali? Si ritrovano in questa occasione personaggi
artisticamente nati insieme piĂą di 25 anni fa e che hanno poi intrapreso
percorsi autonomi. La diagonalità sta dunque nell’aver messo insieme un gruppo
che non esiste, che anche quando portava il nome di Scuola di San Lorenzo
incontrò da subito le prime uscite, colluttazioni teoriche al suo interno,
negazioni della propria provenienza.
Sei
artisti quasi tutti felici di essere di nuovo insieme, chi con la proposta, chi
con piacere, chi con disinteresse, ma comunque tutti con un proprio progetto.
Alla base di questa prima collettiva non c’è un progetto unico, ma la
diagonalità di aver messo insieme una cosa che non c’è, di aver combinato
autonome sperimentazioni plastiche.
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visitata il 16 aprile 2010
dal 7 aprile al 7 maggio 2010
San
Lorenzo: Limen la soglia dell’arte
a
cura di Achille Bonito Oliva
Limen
otto9cinque
Via
Tiburtina, 141 (zona San Lorenzo) – 00185 Roma
Orario:
da martedì a venerdì ore 11-13 e 16-20; sabato su appuntamento
Ingresso
libero
Catalogo
Edizioni Carte Segrete
Info:
tel. +39 067274455; info@limen895.com; www.limen895.com
[exibart]
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