Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
29
ottobre 2009
fino al 7.XI.2009 Fernando Zucchi Roma, Dora Diamanti
roma
Il tocco sublime del colore si accompagna alla fluidità della dimensione temporale. Passato e presente, vita e sogno si rincorrono. Formando un ponte sul quale hanno camminato i ricordi di ognuno...
di Marzia Apice
La sensibilità dell’orizzonte è il titolo della personale di Fernando
Zucchi (Roma,
1969) che la Galleria Dora Diamanti ha inaugurato in occasione della quinta
edizione della Giornata del Contemporaneo.
Ciò che subito salta agli occhi è la totale familiarità
che le sue opere hanno con la vita quotidiana. In un certo senso, sono tele già
viste quelle che l’artista capitolino propone allo sguardo del visitatore. Ma
sarebbe un errore considerare questo peculiare aspetto come un difetto. Al
contrario, le tele di Zucchi risultano familiari perché sembrano prese
direttamente dai nostri ricordi: i soggetti, tutti individui “metropolitani”,
fanno rivivere nella mente momenti solo superficialmente dimenticati.
Le figure – esteticamente bellissime, a metà strada fra la
stilizzazione dei fumetti e i modelli in carne e ossa delle sfilate di moda –
si stagliano in primo piano, quasi balzando fuori dalla tela, e sono descritte
da tratti precisi ed essenziali. Eppure, al tempo stesso, appaiono cariche di
particolari talmente dettagliati da assumere una dimensione plastica, in cui la
materia gioca un ruolo di fondamentale importanza, pur restando celata. I protagonisti
osservano i propri pensieri, contemplano l’orizzonte, ballano, suonano, si
guardano l’un l’altro, dilatando il tempo con le proprie azioni.
Diverso invece il discorso relativo agli sfondi in cui
tali soggetti si muovono: gli elementi che circondano le figure sono
rappresentati in una fase intermedia, che Zucchi colloca in una zona ibrida,
situata fra l’apparire e lo svanire. In altre parole, l’artista cattura
quell’istante labile e indefinito per mezzo del quale questi elementi mostrano
chiaramente di “essere” nella realtà.
Una pittura “a togliere”, che Zucchi dimostra di
padroneggiare con grande maturità espressiva. Un’eleganza fatta di bianchi
candidi, striati di luce, circondati da colori che vanno dai pastello ai toni
più accesi, rappresenta il leitmotiv di questa personale. Le linee morbide,
sfumate o precise, conducono il fruitore nella descrizione di una scena di vita
che palesemente si mostra nella sua chiarezza.
È facile osservare queste opere, perché il rimando alle
immagini già presenti nel ricordo collettivo è direttamente percepibile. Fino
ad arrivare alla massima espressione raggiunta dall’ultima opera, in cui il
disegno dell’artista viene proiettato tramite diapositiva sul candore della
parete, che si anima di luce.
Artista di grande sensibilità, Zucchi colpisce dunque con
un semplice asso nella manica: saper descrivere nelle sue opere una scena al
tempo stesso di vita e di sogno, che assume i toni del mondo immaginario e di
quello reale.
Zucchi (Roma,
1969) che la Galleria Dora Diamanti ha inaugurato in occasione della quinta
edizione della Giornata del Contemporaneo.
Ciò che subito salta agli occhi è la totale familiarità
che le sue opere hanno con la vita quotidiana. In un certo senso, sono tele già
viste quelle che l’artista capitolino propone allo sguardo del visitatore. Ma
sarebbe un errore considerare questo peculiare aspetto come un difetto. Al
contrario, le tele di Zucchi risultano familiari perché sembrano prese
direttamente dai nostri ricordi: i soggetti, tutti individui “metropolitani”,
fanno rivivere nella mente momenti solo superficialmente dimenticati.
Le figure – esteticamente bellissime, a metà strada fra la
stilizzazione dei fumetti e i modelli in carne e ossa delle sfilate di moda –
si stagliano in primo piano, quasi balzando fuori dalla tela, e sono descritte
da tratti precisi ed essenziali. Eppure, al tempo stesso, appaiono cariche di
particolari talmente dettagliati da assumere una dimensione plastica, in cui la
materia gioca un ruolo di fondamentale importanza, pur restando celata. I protagonisti
osservano i propri pensieri, contemplano l’orizzonte, ballano, suonano, si
guardano l’un l’altro, dilatando il tempo con le proprie azioni.
Diverso invece il discorso relativo agli sfondi in cui
tali soggetti si muovono: gli elementi che circondano le figure sono
rappresentati in una fase intermedia, che Zucchi colloca in una zona ibrida,
situata fra l’apparire e lo svanire. In altre parole, l’artista cattura
quell’istante labile e indefinito per mezzo del quale questi elementi mostrano
chiaramente di “essere” nella realtà.
Una pittura “a togliere”, che Zucchi dimostra di
padroneggiare con grande maturità espressiva. Un’eleganza fatta di bianchi
candidi, striati di luce, circondati da colori che vanno dai pastello ai toni
più accesi, rappresenta il leitmotiv di questa personale. Le linee morbide,
sfumate o precise, conducono il fruitore nella descrizione di una scena di vita
che palesemente si mostra nella sua chiarezza.
È facile osservare queste opere, perché il rimando alle
immagini già presenti nel ricordo collettivo è direttamente percepibile. Fino
ad arrivare alla massima espressione raggiunta dall’ultima opera, in cui il
disegno dell’artista viene proiettato tramite diapositiva sul candore della
parete, che si anima di luce.
Artista di grande sensibilità, Zucchi colpisce dunque con
un semplice asso nella manica: saper descrivere nelle sue opere una scena al
tempo stesso di vita e di sogno, che assume i toni del mondo immaginario e di
quello reale.
articoli correlati
Zucchi a Vituliano
marzia apice
mostra visitata il 13 ottobre 2009
dal 3 ottobre al 7 novembre 2009
Fernando Zucchi – La sensibilità dell’orizzonte
a cura di Micòl Di Veroli
Dora Diamanti Arte Contemporanea
Via del Pellegrino, 60 (zona campo de’ Fiori) – 00186 Roma
Orario: da lunedì a sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0668804574; info@doradiamanti.it;
www.doradiamanti.it
[exibart]