Una sostanziosa serie di fotografie, molte
delle quali realizzate con tecniche non abituali (ad esempio Rubedo a
Montefolle, 1970, o Colores at Madmountain, 1985, create col foro
stenopeico, fotografando cioè senza obiettivo attraverso uno stretto foro), e
un discreto corpo di pubblicazioni e locandine, raccontano il percorso
dell’artista e introducono a Sfera naturale sonora del 1969 (in coppia
con una uguale che dimessamente evocano due mammelle). Realizzata per l’Ambiente
proiettivo animato nella Galleria L’Attico, attraverso l’utilizzo del
digitale Patella ha “riattualizzato” il lavoro che già all’epoca si presentava
inedito per la tecnica di proiezione, che eliminava la deformazione dovuta alla
riproduzione su una superficie curva.
Il ritratto dell’artista è, infine, completato
dai film Terra animata (1967, visto come protolandartistico), SKMP2
(1968, che conserva anche l’ultima azione di Pascali) e Vedo Vado! (1969).
Su un piano completamente diverso si pone
invece la ricerca di Paolo Canervari (Roma, 1963; vive a Roma e New York).
Interessato dal diverso significato che un lavoro può acquisire nell’essere
allestito in luoghi sempre disuguali, in Odi et amo l’artista colloca le opere in ordine sparso nelle
sale del secondo Ottocento.
Spesso tacciato di essere un “cattivo”
imitatore di Pascali, Canevari accoglie di buon grado simile critica, perché
per lui è ovvio che tutto nasce da qualche altra cosa e che la storia artistica
antecedente ha lasciato precisi dettami che non possono essere completamente
ignorati. È scontato che una bomba richiami immediatamente l’artista barese, ma
ricoprendola di specchietti (Little Boy, 2009) è trasformata in una sfera da
discoteca, che segna uno scarto in avanti rispetto a Pascali.
Attraverso l’uso di icone popolari, la
stilizzazione della loro forma e una dimensione ludica, Canevari conferisce a
ogni oggetto significati multipli, per spingere lo spettatore a riflettere. Ed
è molto interessante vedere come i suoi lavori dialoghino senza alcuna
conflittualità con gli spazi fortemente connotati della galleria, portando una
ventata di freschezza. Come nel caso di Mama (2000) che, compresso
fra gli stipiti di una porta, crea un cortocircuito tra le forze e le opposte
spinte chiamate in causa. O nel caso del video US (2009), che
perfettamente si mimetizza con gli altri quadri.
Ma è proprio la sala con al centro la copia
della statua di Giordano Bruno che si carica di infiniti significati. Little
Boy
pende dal soffitto davanti alla statua alle cui spalle, disseminati sul
pavimento, ci sono i carri armati di dimensioni diverse di ThANKS (2009): la minaccia
di una possibile guerra sopra di noi come una spada di Damocle, ma anche la
denuncia dello stato attuale di molti Paesi, ma anche…
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dal 9 ottobre 2010 al 9 gennaio
2011
Luca Maria Patella – Proiezioni
e visioni cosmiche 1965/1969
a cura di Angelandreina Rorro
GNAM – Galleria
Nazionale d’Arte Moderna
Viale
delle Belle Arti, 131 (zona Parioli) – 00196 Roma
Orario:
da martedì a domenica ore 8.30-19.30 (la biglietteria chiude alle ore 18.45)
Ingresso:
intero € 10; ridotto € 8
Catalogo
disponibile
Info:
tel. +39 0632298221; fax +39 063221579; gnam@arti.beniculturali.it; www.gnam.beniculturali.it
[exibart]
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