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Per il secondo appuntamento con il ciclo Entre nous, che vede confrontarsi un artista del passato – considerato un po’ come un maestro – con un giovane che muove i passi nella sua formazione creativa, Sara Zanin ospita l’incontro intimo tra Hidetoshi Nagasawa e Michele Guido, in una trasformazione dello spazio che porta l’ospite verso un processo immersivo di approccio all’opera.
Nell’atrio della galleria, un po’ come un’antistanza introduttiva alla mostra, Nagasawa accoglie lo spettatore con le sue carte che si incurvano su se stesse come se fossero dotate di vita. Reale e naturale si incontrano. Michele Guido è alla sua terza mostra alla z2o e sembrano ormai lontani i tempi delle sue installazioni fotografiche: l’immagine fissata dalla camera resta il seme di partenza per la costruzione di architetture fluttuanti. Il nido di un insetto, intessuto sulla foglia di una ghianda, una volta gigantografato diventa la base di un avvilupparsi di strutture sovrapposte orizzontalmente – immagine del fitto intrecciarsi del nido nella mente dell’artista – che verticalmente somigliano alla fitta struttura di una cupola.
Allo stesso modo una foglia, raccolta da Guido durante un viaggio in Cina, è il punto di fuga di un ventaglio di fasci prospettici di un reticolo sviluppato dalla pianta della galleria di Palazzo Spada del Borromini, che l’artista disegna in superficie.
È senz’altro nello studio per villa farnese caprarola garden project che l’opera di Guido trova il suo apice: nello spazio della terza sala, totalmente riverniciato come fosse l’interno di una serra – o per l’appunto la grande grotta denominata il Tesoro di Atreo – dalla fotografia di un gelsomino si sviluppano le virtuose architetture della dimora Farnese a Caprarola. Nell’opera site-specific, caratteristica peculiare del modus operandi dell’artista, Guido supera definitivamente le due dimensioni dell’immagine fotografica per incontrare la terza dimensione. Il binomio pieno-vuoto, leggerezza-solidità incontra il ferro massiccio – e allo stesso tempo apparentemente leggero nella sua materialità – de i tre cubi del Maestro Nagasawa che invadono lo spazio fino a sfondarlo in altezza, andando oltre i confini strutturali della galleria in via della Vetrina. Che si tratti di forme mastodontiche o degli sviluppi tridimensionali che prendono vita dalle piante architettoniche – studiate a lungo da Guido da vecchi trattati storici – le logiche dello spazio sono indagate per poi essere messe totalmente in discussione, nella costruzione di un nuovo piano nel quale passato e futuro si incontrano.
Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 29 settembre 2015
Dal 21 settembre al 7 novembre 2015
Entre nous_02 il tesoro di atreo garden project
Z2O – Sara Zanin
Via della Vetrina, 21 – Roma
Orari: martedì – sabato 11.00 – 19.00 e su appuntamento